V GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Secondo i dati dell’ISTAT “La povertà in epoca di pandemia” 2021 (https://www.istat.it/it/archivio/258936) purtroppo nel 2020 la pandemia ha avuto un evidente effetto sulle condizioni economiche delle famiglie. La condizione di povertà assoluta ha riguardato oltre cinque milioni e seicentomila individui, vale a dire il 9,4 per cento delle persone  residenti in Italia, mentre nell’anno precedente la quota era pari al  7,7 per cento. Tuttavia, è diminuita l’intensità della povertà che misura «quanto poveri sono i poveri», cioè quanto la spesa media mensile delle famiglie povere è inferiore alla linea di povertà. Questa dinamica probabilmente è dovuta sia al livello più basso di consumi nel 2020 sia agli strumenti di sostengo messi in campo e che hanno consentito alle famiglie in difficoltà economica – sia quelle scivolate sotto la soglia di povertà nel 2020, sia quelle che erano già povere – di mantenere una spesa per consumi non molto distante dalla soglia di povertà.

Allo scopo di dare un sostegno alle famiglie che si trovano in difficoltà il Consiglio dei Ministri nella seduta del 15 ottobre ha rifinanziato il Reddito di cittadinanza che subirà però delle modifiche per evitare i problemi che si sono verificati, prevedendo anche che nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro, l’ammontare del reddito subisca una riduzione. naturalmente non sono mancate le critiche della Lega.

In occasione di questa giornata anche Papa Francesco non ha mancato di esprimere il proprio pensiero “È decisivo che si accresca la sensibilità per capire le esigenze dei poveri, sempre in mutamento come lo sono le condizioni di vita. Oggi, infatti, nelle aree del mondo economicamente più sviluppate si è meno disposti che in passato a confrontarsi con la povertà. Lo stato di relativo benessere a cui ci si è abituati rende più difficile accettare sacrifici e privazioni. Si è pronti a tutto pur di non essere privati di quanto è stato frutto di facile conquista. Si cade così in forme di rancore, di nervosismo spasmodico, di rivendicazioni che portano alla paura, all’angoscia e in alcuni casi alla violenza. Non è questo il criterio su cui costruire il futuro; eppure, anche queste sono forme di povertà da cui non si può distogliere lo sguardo. Dobbiamo essere aperti a leggere i segni dei tempi che esprimono nuove modalità con cui essere evangelizzatori nel mondo contemporaneo. L’assistenza immediata per andare incontro ai bisogni dei poveri non deve impedire di essere lungimiranti per attuare nuovi segni dell’amore e della carità cristiana, come risposta alle nuove povertà che l’umanità di oggi sperimenta.”

Lo schema di Linee guida dell’ANAC recanti «Indicazioni in materia di affidamenti di servizi sociali»

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sul proprio sito web informa che intende rivedere la determinazione n. 32/2016 relativa alle Linee guida sui servizi sociali. L’Autorità aveva condotto una prima consultazione ad esito della quale aveva sottoposto al Consiglio di Stato uno schema di Linee guida. Il Supremo Consesso Amministrativo ha suggerito all’Autorità di attendere la stabilizzazione del quadro normativo.

Con il decreto-legge 76/2020 sono state introdotte alcune importanti modifiche al Codice dei contratti pubblici, volte a realizzare quel coordinamento con il testo unico del terzo settore finora mancato. Inoltre, è intervenuta la sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 26/6/2020 in cui sono stati chiariti la natura e la finalità dei rapporti instaurati tra enti del terzo settore ed enti pubblici ai sensi dell’articolo 55 del codice del terzo settore (CTS). Infine, il Ministero del lavoro ha adottato il decreto n. 72 del 31/3/2021, recante “Linee guida sul rapporto tra pubbliche amministrazioni ed enti del terzo settore negli articoli 55-57 del decreto legislativo 117/2017” che disciplina in dettaglio i procedimenti di co-programmazione e co-progettazione, le convenzioni con gli Organismi di volontariato e le Associazioni di promozione sociale e l’affidamento del trasporto sanitario di emergenza e urgenza.

Il quadro normativo può quindi ritenersi stabilizzato, con conseguente possibilità di un intervento dell’Autorità volto ad agevolare le stazioni appaltanti nell’individuazione della normativa applicabile agli specifici affidamenti e nell’applicazione concreta delle indicazioni contenute nel codice dei contratti pubblici.

Il documento di consultazione è accompagnato da una relazione AIR che delinea il mercato di riferimento e la situazione relativa agli affidamenti di servizi sociali risultante dai dati in possesso dell’Autorità, individua gli obiettivi dell’intervento regolatorio e gli elementi che saranno utilizzati per la valutazione di impatto della regolazione (VIR). Le

Linee guida saranno adottate, all’esito della consultazione pubblica, ai sensi dell’articolo 213, comma 2, del codice dei contratti pubblici.

Gli Stakeholder potranno far pervenire le loro osservazioni esclusivamente mediante utilizzo dell’apposito modulo entro il giorno 15 novembre 2021. Il modulo si trova sul sito dell’ANAC.

IL RAPPORTO 2021 DELLA RGA SULLE TENDENZE DEL SISTEMA PENSIONISTICO E DI PROTEZIONE SOCIALE

La Ragioneria Generale dello Stato del MEF ha pubblicato un Rapporto che illustra e analizza i risultati delle previsioni della spesa pubblica per pensioni, sanità ed assistenza alle persone non autosufficienti (Long Term Care – LTC) in rapporto al PIL. Tali previsioni sono effettuate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) aggiornati al 2021 e utilizzano scenari di previsione definiti sia a livello nazionale che in ambito europeo. Questi ultimi sono elaborati dal gruppo di lavoro sugli effetti finanziari dell’invecchiamento demografico, costituito presso il Comitato di Politica
Economica del Consiglio Ecofin (Economic Policy Committee – Working Group on Ageing, EPC-WGA). Lo scenario EPC-WGA impiegato nel presente Rapporto recepisce le ipotesi strutturali di carattere macroeconomico e demografico che sono state utilizzate per il Rapporto di Ageing 2021, pubblicato a maggio 2021. Tali ipotesi di scenario sono state concordate dal Working Group on Ageing e approvate dal Comitato di Politica Economica del Consiglio Europeo lo scorso giugno 2020.

Molto interessante la disamina delle prestazioni di protezione sociale nella UE:

I FONDI PER IL WELFARE PER L’ANNO 2020

La società che cresce è una società solidale

Dal sito http://www.regioni.it si apprende che per l’anno 2020 il Parlamento ha approvato i seguenti stanziamenti per il welfare:
a) fondo nazionale per le politiche sociali: : complessivamente 394 milioni nel 2019, di cui 391,7 attribuiti direttamente alle Regioni;
b) fondo per le non autosufficienze 2019, 569 milioni circa;
c) fondo nazionale per iniziative per le politiche della famiglia (2019), complessivamente 94 milioni nel 2019, di cui 15 attribuiti direttamente alle Regioni;
d) fondo nazionale per le politiche giovanili (2019), complessivamente 37 milioni nel 2019, di cui 9,7 attribuiti direttamente alle Regioni;
e) fondo per le pari opportunità e contro la violenza sulle donne (2019), 30 milioni
f) fondo lotta alla povertà (2019), 347 milioni
g) fondo “Dopo di noi” 56,1 milioni.

Si tratta senza dubbio di buone notizie dopo alcuni anni bui. Ora spetterà alle Regioni e ai Comuni utilizzarli al meglio.

IL GOVERNO ITALIANO CONFERMA LA SUA LINEA DURA CON BRUXELLES

Con un asciutto comunicato ieri sera Palazzo Chigi ha informato che il Consiglio dei Ministri si è riunito  alle ore 20.57, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti.

Il Consiglio dei Ministri, tenuto conto della lettera ricevuta dalla Commissione europea il 23 ottobre scorso, ha condiviso i contenuti della risposta predisposta dal Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria di cui si darà conto nel documento programmatico di bilancio 2019.

Qui il testo della nota inviata:  Lettera inviata alla commissione europea

Notevoli preoccupazioni dall’interno e dall’estero. La Commissione europea ha preannunciato la sua risposta per mercoledì stesso.

NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2018

governoIeri 27 settembre si è tenuto il tanto atteso consiglio dei Ministri dedicato alla nota di aggiornamento del DEF.

Dal comunicato stampa si apprende che il programma di politica economica e finanziaria del Governo illustrato nella NaDef è coerente con il contratto di Governo e con la risoluzione parlamentare sul Def 2018 approvata il 19 giugno scorso.

I punti principali sono:

  • la cancellazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019;
  • l’introduzione del reddito di cittadinanza, con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l’impiego;
  • l’introduzione della pensione di cittadinanza;
  • l’introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani (superamento della legge Fornero);
  • la prima fase dell’introduzione della flat tax tramite l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani;
  • il taglio dell’imposta sugli utili d’impresa (Ires) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi;
  • il rilancio degli investimenti pubblici attraverso l’incremento delle risorse finanziarie, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti, nonché una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al Codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato;
  • un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, per il quale, in considerazione delle caratteristiche di eccezionalità e urgenza degli interventi programmati, si intende chiedere alla Commissione europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio;
  • politiche di rilancio dei settori chiave dell’economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni;
  • lo stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.

IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO IN MERITO ALLA NORMATIVA APPLICABILE AGLI AFFIDAMENTI DI SERVIZI SOCIALI

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PALAZZO SPADA – UN INTERNO

La Commissione speciale del Consiglio di Stato in data 26 luglio scorso ha fornito all’ANAC il proprio parere in merito alla normativa applicabile agli affidamenti di servizi sociali alla luce del d.lgs. 18 aprile 2016 n. 50 e del d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117.

1. Il quesito.

Con nota prot. n. 59638 del 6 luglio 2018 l’ANAC ha rivolto a questo Consiglio richiesta di parere in ordine alla normativa applicabile agli affidamenti di servizi sociali, alla luce delle disposizioni del d.lgs. n. 50 del 2016, come modificato dal d.lgs. n. 56 del 2017, e del d.lgs. n. 117 del 2017.

L’Autorità ha precisato che sono emersi “dubbi interpretativi” in proposito e che, in particolare, si sono registrate “posizioni contrastanti da parte di vari stakeholder e del Ministero del lavoro, che teorizzano l’esclusione dall’applicazione del Codice dei contratti pubblici di ampi settori di attività affidati agli organismi del terzo settore. Inoltre, è emerso un difetto di coordinamento tra la disciplina recata dal Codice del terzo settore e la normativa nazionale in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione”.

In conseguenza della “delicatezza della materia, che per alcune tipologie di attività sottende rilevanti interessi economici”, l’Autorità ha, quindi, ritenuto opportuno acquisire il parere di questo Consiglio prima di procedere ad un “intervento chiarificatore” che, nelle intenzioni dell’Autorità, potrebbe svolgersi in occasione dell’aggiornamento della delibera n. 32 del 2016, recante “Linee guida per l’affidamento di servizi ad enti del terzo settore ed alle cooperative sociali” e che, per taluni profili, potrebbe essere anticipato nell’ambito dell’approfondimento sul tema dell’immigrazione, allo stato in fase di predisposizione nel più ampio contesto del Piano Nazionale Anticorruzione per l’anno 2018.

Continua a leggere “IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO IN MERITO ALLA NORMATIVA APPLICABILE AGLI AFFIDAMENTI DI SERVIZI SOCIALI”

L’AUDIZIONE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME DA PARTE DELLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA PER L’ESAME DELLE PROPOSTE DI MODIFICA DELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE.

conferenza stato regioniDa quanto si apprende dal sito della Camera dei deputati e da quello della Conferenza delle regioni e delle province autonome si è tenuta l’11 luglio, presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, presieduta da Marialucia Lorefice l’audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Nell’incontro con i deputati si è fatto il punto sullo schema di decreto che corregge ed integra il codice del Terzo settore.

Nel corso dell’audizione i rappresentanti delle Regioni hanno ripercorso le tappe che hanno portato alla mancata intesa sul provvedimento nella Conferenza Unificata del 21 giugno per la contrarietà espressa dalle Regioni Veneto e Lombardia che per altro hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale. Non c’è dubbio che il testo è stato comunque migliorato, rispetto alla versione iniziale, grazie ai confronti con i ministeri e grazie alle proposte emendative dei Comuni e delle Regioni, ma sono restati alcuni aspetti e impronte centralistici che non hanno convinto tutte le Regioni.

Con il provvedimento legislativo approvato per la prima volta si è cercato di mettere   ordine in una normativa complessa e troppo diversificata per settori.

Le Regioni hanno avvertito la necessità di dare equilibrio fra le diverse filiere istituzionali e di ridurre al minimo gli eccessi di centralismo a danno delle autonomie, con una possibile compressione del ruolo delle Regioni.

E’ stato fatto in modo, ad esempio, che la gestione del registro nazionale del Terzo settore avesse anche un presidio regionale, così come nel consiglio nazionale del Terzo settore abbiamo ritenuto indispensabile, ed abbiamo ottenuto, la presenza delle Regioni.

Anche gli organismi territoriali di controllo che hanno un ruolo delicato perché gestiscono i fondi, si è cercato di fare in modo che ci fosse una espressione del territorio di ogni singola Regione.

Secondo i rappresentanti delle regioni è  importante dare certezze al settore anche perché già quest’anno sarà disponibile  fondo di 26 milioni, che diventerà triennale, e sarà importante discutere sui criteri per evitare che siano centralizzati.

PUBBLICATO IL DEF 2018

ministeroeconomia650Com’è noto il 26 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato l’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza su proposta del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del Ministro Padoan

Il Ministro Padoan ha dichiarato: “L’Italia è nelle condizioni per proseguire lungo il cammino dell’irrobustimento strutturale della crescita, dell’aumento dell’occupazione, della sostenibilità delle finanze pubbliche e della riduzione della pressione fiscale e miglioramento della composizione della spesa pubblica’’.

Il DEF si compone di tre sezioni:

  • Sezione I: Programma di Stabilità dell’Italia
  • Sezione II: Analisi e tendenze di finanza pubblica
  • Sezione III: Programma Nazionale di Riforma (PNR)

Il Documento è completato da sette allegati.
La premessa del ministro Padoan apre la Sezione I del DEF.
Il DEF approvato oggi si limita alla descrizione dell’evoluzione economico-finanziaria internazionale, all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per l’Italia e del quadro di finanza pubblica tendenziale che ne consegue. Spetterà al nuovo esecutivo la scelta delle politiche che determineranno il nuovo quadro programmatico.

Il DEF consente comunque di apprezzare il percorso di risanamento delle finanze pubbliche effettuato nel corso della passata legislatura, percorso che ha segnato il superamento della profonda crisi economica. Il prodotto interno lordo è passato dallo 0,4% del 2014 all’1,5% nel 2017, il rapporto deficit/pil è costantemente sceso dal 3% del 2014 al 2,3% del 2017 (1,9% al netto degli interventi straordinari a tutela del risparmio e del credito). Il debito pubblico in rapporto al PIL si è stabilizzato a partire dal 2015.

Il tasso di disoccupazione è sceso dal picco del novembre 2013 (13,0%) all’11,2 del 2017, mentre il numero di occupati è aumentato di quasi 1 milione di unità dal punto più basso della crisi nel settembre 2013, di cui oltre la metà con contratti a tempo indeterminato.
Per i prossimi anni il quadro tendenziale (a legislazione vigente) dimostra il rafforzamento del sistema economica del Paese con il PIL che “in via prudenziale” viene stimato in crescita dell’1,5% nel 2018 e all’1,4% nel 2019, il rapporto deficit/pil che prosegue il cammino di discesa collocandosi all’1,6% nel 2018 allo 0,8% nel 2019 per raggiungere il pareggio nel 2020. Anche il rapporto debito/pil è previsto in calo al 130,8% nel 2018, al 128% nel 2019, al 124,7 nel 2020.

Il quadro economico-finanziario prospettato nel DEF, non avendo natura programmatica, contempla l’aumento delle imposte indirette nel 2019 e, in minor misura, nel 2020, previsto dalle clausole di salvaguardia in vigore. Come già avvenuto negli anni scorsi, tale aumento potrà essere sostituito da misure alternative con futuri interventi legislativi che potranno essere valutati dal prossimo Governo.

QUI POTERE SCARICARE IL DEF 2018

 

LA RISTORAZIONE SCOLASTICA E IL REQUISITO DEL CENTRO DI COTTURA

GNA TAR,TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE NAPOLI
(SUD FOTO)

Il tema della ristorazione scolastica tiene spesso impegnati gli amministratori locali.

Un aspetto preliminare a tutti è quello della scelta della società cui affidare il servizio, visto che oramai tutti i Comuni hanno scelto di esternalizzarlo (una scelta spesso dovuta a causa del blocco delle assunzioni e dell’obbligo di legge di affidare all’esterno i servizi prevista dalla L.448/2001-Art. 24, Patto di stabilità interno per province e comuni, comma
8, secondo cui  «Gli enti…devono promuovere opportune azioni dirette ad attuare l’esternalizzazione dei servizi al fine di realizzare economie di spesa e migliorare l’efficienza gestionale»

Sulla richiesta del centro di cottura prima dell’aggiudicazione di una gara per l’affidamento del servizio di refezione scolastica.

Molte amministrazioni inseriscono nel capitolato l’obbligo per la ditta di disporre di un centro cottura nel territorio comunale, ma questo non è legittimo.

Il TAR Campania, napoli, Sezione II, con la sentenza n. 2083/2018 afferma che nell’ambito di una procedura di gara per l’affidamento del servizio di refezione scolastica, la disponibilità del centro di cottura deve qualificarsi come un requisito di esecuzione del contratto e non di partecipazione alla gara, come peraltro affermato dall’Autorità nazionale anticorruzione alla luce dei principi di libera concorrenza, libertà di stabilimento, libera prestazione dei servizi e parità di trattamento, ragion per cui la mancata dimostrazione del possesso di tale requisito non può costituire motivo di esclusione dalla gara. Peraltro il concorrente deve dichiarare, in fase di partecipazione alla gara, esclusivamente l’impegno alla disponibilità di un centro di cottura ma non già l’effettiva disponibilità di esso (da comprovare, invece, in caso di aggiudicazione): diversamente, infatti, si configurerebbe una violazione sia del principio di non discriminazione, sia del principio di parità di trattamento richiamati dall’art. 2 del Codice dei contratti pubblici e, altresì, dei principi cardine del Trattato CE e delle Direttive appalti, producendo un iniquo vantaggio agli operatori economici già operanti sul territorio di riferimento e determinando, a causa della richiesta capacità organizzativa aggiuntiva per l’impresa, un elemento di distorsione dei costi del partecipante alla procedura di gara.

Qui la sentenza:  TAR NAPOLI SEZ II 2083/2018