COME FAR RIPARTIRE L’ ECONOMIA LOCALE

Mantova

La gravissima crisi economica mondiale che seguirà inevitabilmente alla pandemia colpirà il nostro Paese come e più degli altri a causa della cronica fragilità delle nostre strutture ma anche a causa del già elevatissimo debito pubblico.

Come avvenuto negli Stati Uniti in occasione della crisi del 1929 e in parte anche in Italia negli anni successivi la risposta corretta è quella di una maggiore presenza dello Stato nell’economia con importanti investimenti.

Fino a questo punto tutti i nostri politici sembrano essere d’accordo.

Il problema sorge su come fare e che ruolo possono avere gli enti locali.

Personalmente ritengo che, conoscendo i problemi del nostro Paese per ottenere dei risultati che possano avere un effetto duraturo sullo sviluppo sia necessario avere una visione del futuro investendo su tre elementi:
-Territorio: facendo opere per mettere in sicurezza una volta per tutte le nostre montagne, le colline, i corsi d’acqua, ecc. per evitare le alluvioni e altri disastri ricorrenti;
-Ambiente: risanando la nostra aria, l’acqua e il suolo dall’inquinamento;
-Infrastrutture: dotando la nazione delle opere ancora mancanti o completandole(TAV) e per mettere in sicurezza le tante esistenti (ponti ammalorati, scuole, ecc.), valorizzare monumenti, e beni culturali, ecc.

Anche i Comuni potranno fare molto per il paesaggio, per il verde urbano e per risanare gli immobili pubblici e privati inutilizzati da anni, spesso al centro delle nostre città per dare nuovi servizi alle comunità o per fini sociali.

A questo scopo serviranno anche interventi coraggiosi come ad esempio quello di acquisire al patrimonio comunale gli edifici privati abbandonati ai sensi dell’art. 42 della Costituzione secondo cui «La proprietà è pubblica o privata» e che la legge ne «determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti» poiché la tutela giuridica prevista per la proprietà privata è giustificata soltanto se si persegue una funzione sociale, venendo meno questa, sarebbe già venuto meno il diritto del privato; per cui le aree in questione potrebbero essere iscritte al patrimonio comunale senza possibilità di indennizzo per il privato in quanto questo è dovuto solo ai beni che hanno una tutela giuridica, mentre quelli abbandonati l’hanno persa[1].

Questa strada è stata già percorsa con esito positivo da alcuni Comuni[2] che avevano immobili abbandonati in pieno centro storico a rischio di crollo e da altri che avevano molte terre abbandonate e che volevano dare una possibilità di lavoro ai tanti disoccupati.

Servirà anche una visione più solidaristica nella gestione della cosa pubblica evitando di tutelare sempre le solite categorie.

Quando queste opere saranno state completate ne beneficeranno le nuove generazioni e potranno attrarre i turisti richiamati dalla ritrovata bellezza della natura dei luoghi e dallo splendore delle città.

[1]Se ne parla nel mio volume “Cittadini protagonisti in Comune per attuare la Costituzione” APS, Roma 2018

[2]Ad esempio quello di Napoli che in proposito ha adottato la deliberazione n. 253 in data 24 aprile 2014, quello di Caggiano (SA) con deliberazione n. 5 del 27 gennaio 2015 e quello di Terre Roveresche (PU) che ha adottato un apposito regolamento con deliberazione n. 59 del 15 settembre 2017

STRATEGIA NAZIONALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

wcms_486800Nella seduta del 16 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri recante indirizzi per l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

Su proposta del Presidente Paolo Gentiloni il Consiglio dei Ministri ha condiviso la direttiva che affida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il coordinamento delle politiche economiche, sociali e ambientali idonee al raggiungimento, entro il 2030, degli obiettivi indicati nella Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, istituendo e disciplinando a tal fine una apposita “Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile”, presieduta dal Presidente del Consiglio o da un suo delegato.

L’Agenda Horizon 2030 rappresenta la sfida per gli enti locali per i prossimi dodici anni.

Si tratta di un documento molto complesso che tocca tutte le competenze dei comuno.

E’ LEGITTIMO VIETARE LA COLLOCAZIONE DI CARTELLONI PUBBLICITARI PER DIFENDERE IL PAESAGGIO

tar-milano.jpgCon la Sentenza n. 27 del 5 gennaio scorso il TAR della Lombardia, Milano, sezione II ha esaminato il ricorso di alcune società sulla legittimità di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale approvato dalla provincia di Monza nella parte in cui prevede, ai fini di tutela del paesaggio, il divieto di installare cartelloni pubblicitari lungo alcune strade e zone agricole).

Al riguardo il Collegio ha ritenuto che le ragioni indicate dalla Provincia (è appena il caso di ricordare che la Costituzione tutela il paesaggio) siano idonee a sorreggere il mancato accoglimento di quanto proposto dalle ricorrenti. E ciò tenuto conto della natura propria delle osservazioni, le quali costituiscono meri apporti collaborativi, in funzione di interessi generali e non individuali, per cui l’Amministrazione può semplicemente rigettarle laddove contrastino con gli interessi e le considerazioni generali sottese allo strumento urbanistico (cfr. ex multis: Cons. Stato, Sez. IV, 1° luglio 2014, n. 3294).

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