LA CGIA DI MESTRE AFFERMA CHE LA CATTIVA BUROCRAZIA COSTA ALLE PMI 57 MILIARDI L’ANNO. LA NOSTRA PA HA LIVELLI DI SODDISFAZIONE TRA I PIU’ BASSI D’EUROPA

Con un nuovo attacco alla c.d. burocrazia la CGIA di Mestre punta il dito sul suo cattivo funzionamento che frena l’economi; i cittadini si sono ormai arresi: il grado di fiducia e di soddisfazione è tra i più bassi di tutta Europa. Stiamo parlando della nostra Pubblica Amministrazione (PA) che, secondo l’Ufficio studi della CGIA, da risorsa sta diventando il vero problema del Paese.

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L’INDICE DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETA’ DIGITALE (DESI) DELL’EUROPA

L’indice dell’economia e della società digitale (DESI) è un indice composito che riassume gli indicatori pertinenti sulla performance digitale dell’Europa e segue l’evoluzione degli Stati membri dell’UE in materia di competitività digitale.

Come si può vedere l’Italia è collocata al quart’ultimo posto dopo Cipro e prima di Romania, Grecia e Bulgaria.

La Commissione europea ha raccomandato che l’Italia utilizzi le somme della Recovery Facility investendo sulla digitalizzazione del Paese e in particolare di tutte le pubbliche amministrazioni.

Molti Comuni sono ancora a livello zero per quanto riguarda la possibilità di effettuare pratiche e pagamenti online, per no parlare della possibilità di seguire il tracciamento delle loro pratiche.

Ci sarà molto da fare per colmare il gap con la Finlandia che è al primo posto.

Programma LIFE: l’UE investe 121 milioni di € in progetti a favore dell’ambiente, della natura e dell’azione per il clima

Ieri 17 febbraio 201 la Commissione europea ha annunciato investimenti per 121 milioni di € in nuovi progetti integrati nell’ambito del programma LIFE per l’ambiente e l’azione per il clima.

Come si legge sul Comunicato della Commissione questa somma – aumentata del 20 % rispetto allo scorso anno – stimolerà la ripresa verde e aiuterà Belgio, Germania, Irlanda, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Slovacchia a raggiungere i loro obiettivi ambientali. Si prevede che nei progetti integrati confluiranno ingenti fondi supplementari: gli Stati membri potranno quindi contare anche su altre fonti di finanziamento dell’UE, compresi i fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, oltre ai fondi nazionali e agli investimenti del settore privato.

A questo proposito Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha dichiarato:

“Per realizzare il Green Deal europeo dobbiamo iniziare a mobilitare le risorse senza precedenti messe a disposizione per la transizione verde in Europa dal bilancio a lungo termine dell’UE e dal fondo per la ripresa. I progetti integrati LIFE promuovono interventi concreti che contribuiscono a proteggere l’ambiente, ripristinare la natura e rafforzare la biodiversità. Con questi investimenti aiutiamo paesi e regioni a reagire alle crisi sul fronte del clima e della biodiversità e a costruire un futuro giusto e sostenibile.”

A sua volta il Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ha aggiunto:

“Sono impaziente di vedere come questo nuovo investimento contribuirà a rendere più verde l’economia, a dare nuovo vigore alla natura e alla biodiversità e a migliorare la resilienza di questi 11 paesi di fronte ai cambiamenti climatici. I progetti integrati LIFE permettono agli Stati membri di introdurre veri cambiamenti a favore dell’ambiente e della vita delle persone: rispetto ai progetti LIFE tradizionali rendono infatti disponibili ben più fondi e capacità da destinare a strategie a lungo termine.”

I nuovi finanziamenti LIFE, più cospicui, sosterranno 12 progetti su larga scala connessi all’ambiente e al clima in 11 Stati membri.

progetti integrati migliorano la qualità della vita dei cittadini aiutando gli Stati membri a conformarsi alla normativa dell’UE in sei settori: natura, acqua, aria, rifiuti, mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici. Sostengono i piani necessari per attuare la legislazione in materia di ambiente e clima in modo coordinato e su vasta scala territoriale. Gli investimenti annunciati oggi nel quadro del programma LIFE saranno in grado di mobilitare importanti finanziamenti complementari provenienti da altre fonti UE, compresi i fondi agricoli, regionali e strutturali e Orizzonte 2020, oltre ai contributi di attori nazionali e regionali e di investitori privati.

Ecco una breve panoramica dei progetti:

Conservazione della natura: cinque progetti naturalistici in Lettonia, Slovacchia, Italia, Paesi Bassi e Germania favoriranno il ripristino degli ecosistemi naturali, in linea con la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, migliorando la gestione della rete Natura 2000 e i collegamenti fra aree protette. Ne beneficeranno vari habitat e specie, tra cui foreste, fiumi, terreni agricoli, pascoli, torbiere, specie acquatiche e avicole.

Acqua: un progetto introdurrà misure per migliorare la qualità dell’acqua nella regione francese dei Paesi della Loira, mentre un altro contribuirà a ripulire il bacino idrografico del fiume Pilica, in Polonia, attraverso azioni pilota incentrare sulle infrastrutture blu e verdi e altre iniziative, il tutto a sostegno della direttiva quadro dell’UE sulle acque.

Gestione dei rifiuti: un progetto belga ridurrà i rifiuti di plastica promuovendo la sostenibilità – dal miglioramento della durata di vita dei prodotti alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti – nell’intento di sostenere il piano d’azione dell’UE per l’economia circolare.

Mitigazione dei cambiamenti climatici: un progetto affronterà la dipendenza dell’Ungheria dalla lignite, sfruttando i finanziamenti LIFE per aiutare le autorità a decarbonizzare progressivamente la centrale elettrica di Mátra mediante la sostituzione dei generatori alimentati a lignite con soluzioni tecnologiche a basse emissioni di carbonio. Il programma LIFE favorirà anche l’attuazione del piano d’azione regionale per il clima e l’energia nella regione polacca di Małopolska al fine di garantire una transizione giusta. Infine, un progetto in Irlanda ripristinerà circa 10 000 ettari di torbiere, che vantano grandi capacità di stoccaggio del carbonio: si tratta di una superficie equivalente all’incirca a quella della città di Dublino.

Adattamento ai cambiamenti climatici: i fondi del programma LIFE aiuteranno l’arcipelago portoghese delle Azzorre a diventare più resiliente ai cambiamenti climatici. Il gruppo responsabile del progetto contribuirà infatti ad attuare il programma regionale di adattamento ai cambiamenti climatici sulle nove isole.

Come molti sanno il programma LIFE è lo strumento finanziario dell’UE per l’ambiente e l’azione per il clima. Attivo dal 1992, ha cofinanziato più di 5 500 progetti nell’UE e oltre; il numero di progetti in corso si attesta costantemente sui 1 100. La dotazione per il periodo 2014-2020 era pari a 3,4 miliardi di € a prezzi correnti, mentre l’accordo politico sul bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027 prevede una dotazione di 5,4 miliardi di € a prezzi correnti, con un aumento di quasi il 60 %.

progetti integrati LIFE sono stati introdotti per consentire alle autorità degli Stati membri di attuare nella massima misura possibile la normativa in materia di ambiente e di clima. Offrono finanziamenti a piani, programmi e strategie sviluppati a livello regionale, multiregionale o nazionale e aiutano gli Stati membri a rispettare le norme fondamentali dell’UE in sei settori: natura, acqua, aria, rifiuti, mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici.

La peculiarità dei progetti integrati consiste nel permettere agli Stati membri di attingere anche da altre fonti di finanziamento dell’UE, compresi i fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, nonché dai fondi nazionali e dagli investimenti del settore privato.

I COMUNI DEVONO SVOLGERE LE LORO FUNZIONI CON LA LORO ORGANIZZAZIONE E IL LORO PERSONALE E SOLO IN CASI ECCEZIONALI PREVISTI DALLA LEGGE POSSONO RICORRERE A PERSONALE O DITTE ESTERNE

La Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Lombardia con la delibera del 20 gennaio 2021, n. 3 è dovuta tornare, ancora una volta sul problema dell’affidamento a consulenti esterni delle funzioni di loro competenza.

Al riguardo la Corte ha tenuto a rammentare che i presupposti di legittimità per il ricorso ad incarichi di collaborazione sono specificamente enucleati dall’art. 7 del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, così come a più riprese modificato.
La linea interpretativa restrittiva è, tuttavia, costante, in quanto, in un’ottica di
contenimento dei costi e di valorizzazione delle risorse interne, le amministrazioni pubbliche devono svolgere le loro funzioni con la propria organizzazione e con il proprio personale e solo in casi eccezionali e negli stretti limiti previsti dalla legge possono ricorrere a personale esterno.
A tal fine il comma 5-bis dell’art. 7 d.lgs. 165/2001, introdotto dal d.lgs. 25 maggio 2017, n. 75, ha sancito il divieto per le amministrazioni pubbliche “di stipulare contratti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. I contratti posti in essere in violazione del presente comma sono nulli e determinano responsabilità erariale […]”.
Il successivo comma 6, fermo restando quanto previsto dal comma 5-bis, individua, infatti, i presupposti necessari per poter conferire incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo:
a) l’oggetto della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite dall’ordinamento all’amministrazione conferente, ad obiettivi e progetti specifici e determinati e deve risultare coerente con le esigenze di funzionalità
dell’amministrazione conferente;
b) l’amministrazione deve avere preliminarmente accertato l’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno;
c) la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata (è possibile prescindere dal requisito della comprovata specializzazione universitaria solo nei casi espressamente previsti dalla normativa); non è ammesso il rinnovo; l’eventuale proroga dell’incarico originario è consentita, in via eccezionale, al solo fine di completare il progetto e per ritardi non imputabili al collaboratore, ferma restando la misura del compenso pattuito in sede di affidamento dell’incarico;
d) devono essere preventivamente determinati durata, oggetto e compenso della collaborazione;
e) il conferimento degli incarichi deve avvenire mediante ricorso a procedure comparative, adeguatamente pubblicizzate;
f) per gli enti locali con popolazione superiore ai 5.000 abitanti è necessaria la
valutazione del revisore o del collegio dei revisori dei conti (Corte Conti, Sezione regionale di controllo per la Lombardia, deliberazione n. 231/2009/PAR del 14 maggio 2009; Corte Conti, Sezione regionale di controllo per la Lombardia, deliberazione n. 506/2010/PAR del 23 aprile 2010).

Qui è possibile scaricare il testo completo della delibera:

LA PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE NEL SETTORE PUBBLICO E’ DIMINUITA MA SIAMO ANCORA AL 52° POSTO NEL MONDO

Transparency International ha pubblicato in questi giorni il nuovo rapporto con la graduatoria mondiale dell’indice di percezione della corruzione nei vari Paesi del mondo.

L’indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo. Lo fa basandosi sull’opinione di esperti e assegnando una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100, per quelli “puliti”. La metodologia cambia ogni anno per riuscire a dare uno spaccato sempre più attendibile delle realtà locali.

Come si può vedere dal grafico dall’entrata in vigore della legge 190/2012 ad oggi l’Italia ha scalato numerose posizioni ma in questi ultimi due anni la situazione si è stabilizzata e non abbiano più fatto progressi.

Nel ranking mondiale su 180 Paesi siamo al 52° posto dopo l’Oman, il Rwanda e il Grenada, lontanissimi dal 1° posto della Danimarca con 88 punti.

Il motivo, a mio avviso deve essere ricercato nello smantellamento del Codice dei contratti e nella guerra che è stata portata avanti contro l’ANAC e il suo presidente Raffaele Cantone, che è stato poi costretto a dimettersi per tornare a fare il magistrato.

Mi auguro che il nuovo Governo possa fare dei passi vanti anche nella lotta per la legalità in questo Paese.

LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE HA ANNUNCIATO DI AVER GIA’ INVIATO 4,45 MILIARDI DEL TEMPORARY SUPPORT TO MITIGATE UNEMPLOYMENT RISKS IN AN EMERGENCY

Il sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) è a disposizione degli Stati membri che si trovano nelle condizioni di dover mobilitare notevoli mezzi finanziari per contrastare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di coronavirus sul loro territorio. Può fornire assistenza finanziaria fino a 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti dell’UE agli Stati membri colpiti per far fronte agli aumenti improvvisi della spesa pubblica per il mantenimento dell’occupazione. SURE è un elemento fondamentale della strategia globale dell’UE volta a tutelare i cittadini e attenuare le gravi ripercussioni socioeconomiche della pandemia di coronavirus.

Nello specifico lo strumento SURE funge da seconda linea di difesa per finanziare i regimi di riduzione dell’orario lavorativo e misure analoghe, aiutando gli Stati membri a proteggere i posti di lavoro e, così facendo, a tutelare i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi dal rischio di disoccupazione e perdita di reddito.

I prestiti erogati nel quadro dello strumento SURE si fondano su un sistema di garanzie volontarie degli Stati membri. Il contributo di ciascuno Stato membro all’importo totale delle garanzie corrisponde alla sua quota relativa sul totale del reddito nazionale lordo dell’Unione europea, sulla base del bilancio UE per il 2020.

L’istituzione di SURE è un’ulteriore espressione tangibile della solidarietà dell’Unione, grazie alla quale gli Stati membri convengono di sostenersi a vicenda per il tramite dell’Unione mettendo a disposizione, in forma di prestiti, risorse finanziarie supplementari.

Il Consiglio ha già approvato un sostegno finanziario totale di 87,9 miliardi di euro a favore di 17 Stati membri. Inoltre, il 16 novembre la Commissione ha proposto un sostegno finanziario di 2,5 miliardi di euro all’Irlanda, che dovrà essere approvato dal Consiglio. L’ultima proposta della Commissione porta il sostegno finanziario complessivo nel quadro dello strumento SURE a 90,3 miliardi di euro (importo arrotondato). 31 Miliardi di euro sono già stati erogati a Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Croazia, Lituania, Cipro, Slovenia, Malta e Lettonia

All’Italia sono stati versati ieri 3 febbraio 4,45 miliardi dei 27,4 previsti.

LE IDEE DI DRAGHI PER LA RIPRESA DELL’ECONOMIA INTERESSANO ANCHE I COMUNI

L’epidemia ha creato una serie di gravissimi problemi per la salute umana e per l’economia del nostro Paese; la scelta del Presidente Mattarella di affidare l’incarico al prof. Draghi è senza dubbio basata sulle sue capacità già dimostrate a livello nazionale ed europeo, ma per quanto riguarda la situazione emergenziale in cui ci troviamo è possibile leggere le sue proposte pubblicate il 25 marzo 2020 in un suo articolo apparso sul Financial Times che all’epoca sentì molti economisti per dare un contributo a risolvere la crisi mondiale:

  • Per evitare una depressione prolungata e danni irreparabili, bisogna aumentare in maniera significativa il debito pubblico.
  • La perdita di reddito nel settore privato, e tutti i debiti che saranno contratti per compensarla, devono essere assorbiti, totalmente o in parte, dai bilanci del governo;
  • E’ compito dello Stato usare il proprio bilancio per proteggere cittadini ed economia dallo shock di cui il il settore privato non è responsabile né in grado di assorbirlo;
  • Gli Stati hanno sempre fatto fronte in tempi di emergenza ai problemi finanziari: si pensi alle guerre mondiali, quando lo sforzo bellico fu finanziato da un aumento del debito;
  • La priorità non deve essere solamente fornire un reddito di base a chi perde il lavoro, ma si devono innanzitutto proteggere le persone dal rischio di perdere il lavoro; se questo non sarà fatto sarà indebolito tutto il sistema;
  • I sussidi all’occupazione e alla disoccupazione e il rinvio delle scadenze delle tasse sono una buona cosa, ma serve sostegno immediato alle imprese in termini di liquidità, di modo che le aziende possano coprire le proprie spese e proseguire la loro attività;
  • Bisogna mobilitare la totalità del sistema finanziario: i mercati obbligazionari, principalmente per le grandi società, i sistemi bancari e, in alcuni Paesi, anche i sistemi postali;
  • Tutto questo va fatto subito evitando ritardi burocratici;
  • Le banche devono prestare rapidamente fondi costo zero alle aziende disposte a salvare posti di lavoro, diventando in questo modo un veicolo per la politica pubblica; il capitale di cui hanno bisogno per svolgere questo compito deve essere fornito dal governo sotto forma di garanzie statali su tutti gli scoperti o prestiti aggiuntivi;
  • Per evitare il fallimento delle aziende, o i governi compenseranno direttamente le spese di chi si indebita, oppure dovranno compensare le garanzie degli insolventi.

Secondo Draghi l’alternativa – una distruzione permanente della capacità produttiva e quindi della base fiscale – sarebbe molto più dannosa per l’economia e alla fine per il credito pubblico.

Sono tutte idee più che condivisibili che se messe in pratica con decisione potranno salvare il nostro Paese e accompagnarlo verso una ripresa stabile.

Qui il link con l’articolo del Financial Times:

https://www.ft.com/content/c6d2de3a-6ec5-11ea-89df-41bea055720b