L’INDICE DI AUTONOMIA FINANZIARIA DEI COMUNI

In questi giorni si stanno insediando i Consigli comunali eletti nella tornata elettorale del 20 e 21 settembre.

Purtroppo molti candidati, pur essendo stati eletti sono finiti all’opposizione.

Non è un problema, si tratta solo di lavorare sodo per mettere a nudo tutti gli errori della maggioranza facendosi conoscere dai cittadini che dovranno capire chi è competente e chi no.

Una delle prime cose da fare è studiare a fondo il rendiconto dell’anno 2019 e verificare il dato dell’autonomia finanziaria del Comune.

Si tratta di un dato che serve a misurare fino a che punto il Comune è in grado di fare fronte autonomamente alle proprie necessità senza ricorrere ai trasferimenti dello Stato, della Regione e altri enti pubblici. L’indicatore considera la quota di entrate proprie sul totale delle entrate correnti del Comune.

Viene calcolato in percentuale: maggiore è la percentuale, più elevata è l’autonomia di cui gode il Comune nelle sue scelte di bilancio.

Criterio contabile: competenza calcolato nel bilancio consuntivo.

La Formula è la seguente: [Entrate tributarie (Titolo I) + Entrate extratributarie (Titolo III) / Totale entrate correnti (Titolo I + Titolo II + Titolo III)] * 100.

Ad esempio il Comune di Trieste ha un bilancio di esercizio 2019 di € 465.963.346.

Il totale di entrate tributarie ed extratributarie è stato di € 168.358.138, mentre il totale delle entrate dei titoli I,II (i trasferimenti da Stato, Regione, Europa ed altri enti sono stati di € 151.977.758) e III è stato di € 320.335.896 per cui la percentuale è di 52,55.

LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA SENATRICE USA ELIZABETH WARREN PER RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Washington, DC – Sulla pagina della senatrice degli Stati Uniti Elizabeth Warren (D-Massachussets.) è apparso questo comunicato molto interessante relativo ad una proposta di legge per applicare una tassa patrimoniale negli USA.

La senatrice Warren ha presentato nei giorni scorsi l’Ultra-Millionaire Tax, una proposta coraggiosa di tassare la ricchezza del più ricco 0,1% degli americani. La legislazione, che si applica solo alle famiglie con un patrimonio netto di $ 50 milioni o più, è stimata dai principali economisti a raccogliere $ 2,75 miliardi di entrate fiscali su un periodo di dieci anni. Per decenni, un piccolo gruppo di famiglie ha raccolto una grande quantità di ricchezza che i lavoratori americani hanno prodotto, mentre la classe media americana è stata svuotata. Il risultato è un’estrema concentrazione di ricchezza non vista in nessun’altra economia leader. Secondo un’analisi degli economisti Emmanuel Saez e Gabriel Zucman dell’Università della California-Berkeley, il più ricco 0,1% ha visto la sua quota di ricchezza americana quasi triplicare dal 7% al 20% tra la fine degli anni ’70 e il 2016, mentre la parte inferiore 90 % ha visto diminuire la sua quota di ricchezza dal 35% al ​​25% nello stesso periodo. In altre parole, le 130.000 famiglie più ricche in America ora detengono quasi la stessa ricchezza delle 117 milioni di famiglie più basse messe insieme.Il sistema fiscale USA si concentra sulla tassazione del reddito, ma la ricchezza di una famiglia è anche una misura importante di quanto ha beneficiato dell’economia e della sua capacità di pagare le tasse. Giudicato contro la ricchezza, il sistema fiscale USA chiede ai ricchi di pagare molto meno di tutti gli altri. Secondo Saez e Zucman, quest’anno le famiglie del primo 0,1% devono pagare il 3,2% della loro ricchezza in tasse federali, statali e locali, mentre il 99% inferiore è previsto per il 7,2%. “È tempo di trasformare radicalmente il nostro codice fiscale in modo da tassare la ricchezza degli ultra-ricchi, non solo il loro reddito”, ha affermato la senatrice Warren. “Chiedendo alle nostre migliori 75.000 famiglie di pagare la loro giusta quota, la mia proposta contribuirà ad affrontare la concentrazione di ricchezza in fuga e allo stesso tempo accelerare gli investimenti necessari nella ricostruzione della nostra classe media”. L’Ultra-Millionaire Tax tassa la ricchezza degli americani più ricchi. Si applica solo alle famiglie con un patrimonio netto di $ 50 milioni o più, circa le famiglie più abbienti di 75.000 o lo 0,1% superiore. Le famiglie pagherebbero una tassa annuale del 2% su ogni dollaro di patrimonio netto superiore a $ 50 milioni e una tassa del 3% su ogni dollaro di valore netto superiore a $ 1 miliardo. Poiché la ricchezza è così concentrata, Saez e Zucman prevedono che questa piccola tassa su circa 75.000 famiglie porterà in $ 2,75 miliardi di entrate in un periodo di dieci anni. La tassa ultra-milionaria imporrebbe: Zero imposta aggiuntiva su qualsiasi famiglia con un patrimonio netto inferiore a $ 50 milioni (99,9% delle famiglie americane) Imposta del 2% sul patrimonio netto delle famiglie tra $ 50 milioni e $ 1 miliardo 1% di Surtax annuale del miliardario (3% di tasse complessive) sul patrimonio netto della famiglia superiore a $ 1 miliardo  L’imposta sugli ultra-milionari include anche forti misure anti-evasione, incluse ma non limitate a: un aumento significativo del bilancio di esecuzione dell’IRS; un tasso di revisione minimo per i contribuenti soggetti all’imposta ultra-milionaria; una “tassa di uscita” del 40% sul patrimonio netto superiore a $ 50 milioni di qualsiasi cittadino degli Stati Uniti che rinuncia alla cittadinanza; e segnalazione sistematica di terzi che si basa su accordi di scambio di informazioni fiscali esistenti adottati dopo la legge sulla conformità fiscale in materia di contabilità estera.

Si tratta di una proposta ispirata al pensiero del premio Nobel Stiglitz che potrebbe essere presentata anche in Italia…chi se ne prenderà il merito ?

IL GOVERNO HA APPROVATO NELLA SEDUTA DI IERI 1° DICEMBRE UNA PROPOSTA DI LEGGE RECANTE NUOVE NORME IN MATERIA DI REATI AGROALIMENTARI

consiglio-dei-ministri-2Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato un disegno di legge che introduce nuove norme in materia di reati agroalimentari.

Il disegno di legge interviene principalmente su due fronti:

  • la tutela della salute pubblica, attraverso una chiara delimitazione della categoria dei reati di pericolo contro la salute;
  • il contrasto delle frodi in commercio di prodotti alimentari, sia sotto il profilo sanzionatorio, sia sotto il profilo dell’estensione della sfera repressiva, in modo da tutelare la «lealtà commerciale» e da colpire, con maggiore efficacia, le organizzazioni complesse e la responsabilità delle persone giuridiche.

Il testo mira a incidere, in particolare, nell’ambito alimentare, colmando le attuali lacune della legislazione penale e sanzionando in modo specifico le vere e proprie frodi nei confronti del consumatore finale, tenendo conto del valore prioritario assunto dalla «identità» del cibo quale parte irrinunciabile della cultura di territori, delle comunità locali e dei piccoli produttori locali, che definiscono, in sostanza, il «patrimonio alimentare». Il disegno di legge tiene conto, in tal senso, del fatto che la maggior parte delle frodi riguarda le caratteristiche intrinseche degli alimenti, come l’attestazione di conformità a specifiche modalità di produzione (tra le quali quella «biologica») o la loro origine geografica, e prevede pertanto un inasprimento delle sanzioni già in vigore in materia.

Inoltre, vengono per la prima volta introdotte sanzioni mirate nei confronti della produzione e commercializzazione di alimenti che, tenuto conto della dimensione all’ingrosso dell’attività illecita, anche organizzata, non sono capaci di produrre un pericolo immediato e imminente, ma manifestano la propria pericolosità nel medio e lungo periodo e in via del tutto eventuale. Allo stesso modo, vi è la previsione di sanzioni per l’omesso ritiro di alimenti pericolosi per la salute.

LA CORTE DI CASSAZIONE RITIENE CHE GLI EDIFICI FATISCENTI NON DEBBANO ESSERE ASSOGGETTATI ALL’ICI

corte-di-cassazione-lato500-jpg
Roma, Palazzo di Giustizia

La Corte di Cassazione, Sezione V civile con la sentenza n. 17815/2017 ha accolto uno dei motivi di ricorso avverso una sentenza del giudice di primo grado ravvisando la fondatezza delle doglianze concernenti la violazione o falsa applicazione, ex art.360, 1^ co. n. 3 cod.proc.civ., della normativa Ici di riferimento (quarto e quinto motivo di ricorso).

Continua a leggere “LA CORTE DI CASSAZIONE RITIENE CHE GLI EDIFICI FATISCENTI NON DEBBANO ESSERE ASSOGGETTATI ALL’ICI”