PROVINCE E COMUNI SONO CHIAMATI A GESTIRE UNA GROSSA FETTA DEL PNRR

ANCI e UPI seguono con attenzione il processo per l’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza che coinvolge la responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte di Province e Comuni per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse.

Secondo l’ANCI si tratta complessivamente di 43 miliardi di euro.

L’UPI, in occasione della propria audizione in Parlamento, con un proprio documento ha sottolineato sin dal gennaio scorso come il PNRR abbia l’ambizione di affrontare dei nodi strutturali per lo sviluppo del Paese, recuperando i ritardi accumulati nel tempo, ma per raggiungere i suoi obiettivi deve essere accompagnato da azioni trasversali tra le quali è prioritaria la riforma amministrativa.

Sempre secondo l’UPI c’è bisogno di una semplificazione dell’organizzazione e delle procedure amministrative che metta in condizione tutta la pubblica amministrazione di migliorare la capacità di progettazione e realizzazione degli investimenti.

In questa prospettiva, dopo anni di destrutturazione del sistema amministrativo locale, per l’UPI è necessaria e urgente una revisione del TUEL che restituisca forza alle Province e le valorizzi come istituzioni di semplificazione del governo del territorio, ricostruendo un sistema di governo locale funzionale e rispondente ai bisogni delle comunità.

I tempi stringono e da più parti sono stati manifesti dubbi sulla capacità di molti enti locali, pecie i più piccoli, ma anche quelli di medie dimensioni, a gestire questa massa di progetti a causa dei tagli subiti in questi anni sul fronte delle risorse umane, ma talora anche per una loro scarsa qualificazione e inadeguatezza ad affrontare la complessità delle richieste previste per la gestione dei fondi europei, ma anche quelli del fondo complementare finanziato dallo Stato italiano.

Su questi temi sono al lavoro Palazzo Chigi e il Ministro Brunetta.

Per la formazione e/o l’aggiornamento del personale è stata prevista addirittura la creazione di una apposita struttura, mentre esiste da anni la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione che è specializzata in questo campo anche se potrà essere rinforzata con docenti per materie specifiche.

La Corte dei conti preoccupata di possibili problemi che potrebbero sorgere nella gestione di questa massa di denaro ha pubblicato un proprio quaderno che allego.

LA DICHIARAZIONE DI PORTO

La presidenza portoghese del Consiglio dell’unione europea ha organizzato il 7 e 8 maggio 2021 un incontro informale nella città di Porto per:
-una conferenza ad alto livello con le parti sociali
-una riunione informale dei capi di Stato o di governo dell’UE

L’obiettivo generale è definire l’agenda della politica sociale europea per il prossimo decennio e assicurare che affrontiamo le sfide del presente e del futuro senza lasciare indietro nessuno. Stati membri, istituzioni europee, parti sociali e società civile riuniti alla conferenza ad alto livello rafforzeranno il loro impegno a favore dell’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali.

Al termine del vertice informale l’8 maggio 2021 è stata sottoscritto un documento che ha assunto il nome di “Dichiarazione di Porto” con la quale viene assunta una serie di impegni per il dopo epidemia come l’istruzione e le competenze, la riduzione delle disuguaglianze, l’aumento degli sforzi per combattere la discriminazione, il sostegno ai giovani, ecc.

I VALORI COMUNI COME PATTO GENERATIVO DI COMUNITA’

Il tema dei valori comuni è stato ampiamente approfondito negli anni passati, ma ora l’epidemia ha riportato in evidenza la necessità di far fronte alla “nuova normalità” (dopo l’emergenza), sia la necessità di ripensare alla normalità cioè di superare modelli e paradigmi socio-economici che sono la causa e, insieme, subiscono gli effetti della nuova condizione internazionale.

E’ arrivato a proposito un libro dell’IFEL che affronta questo tema in maniera nuova offrendo molti spunti al lettore.