IL CIAE PER LA GESTIONE DEI FONDI EUROPEI SARA’ AFFIANCATO DA UNA TASK FORCE COMPOSTA DAL NUCLEO DI VALUTAZIONE E DA UNA CABINA DI REGIA

Si è riunito il 29 luglio a Palazzo Chigi il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei.
I lavori sono stati presieduti dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e organizzati dal Ministro Vincenzo Amendola con la presenza dei ministri interessati. All’ordine del giorno: lo stato dei negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) e la proposta per il rilancio dell’economia post Covid 19, il Next Generation EU.

Per la gestione dei fondi europei il CIAE sarà affiancato da una task force tecnica composta dal Comitato tecnico di valutazione – già previsto dal decreto istitutivo del Ciae – e da una cabina di regia parallela, con membri scelti anche da Regioni ed enti locali.

Continua a leggere “IL CIAE PER LA GESTIONE DEI FONDI EUROPEI SARA’ AFFIANCATO DA UNA TASK FORCE COMPOSTA DAL NUCLEO DI VALUTAZIONE E DA UNA CABINA DI REGIA”

I 50° ANNIVERSARIO DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA MADRE TERRA – PER RIPARTIRE DOVREMO INVESTIRE SULLA DIFESA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE

Un bambino partecipa a un seminario organizzato da UNDP Perù e FAO ad Ayacucho, in Perù. 
Foto: UNDP Perù.

Oggi 22 aprile ricorre il 50° anniversario della Giornata mondiale della Madre Terra.

Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres per la ricorrenza ha inviato un messaggio:

La Madre Terra sta chiaramente sollecitando un invito all’azione. La natura è sofferenza. Incendi australiani, record di calore e la peggiore invasione di locuste in Kenya. Ora affrontiamo COVID -19 , un legame di pandemia di salute in tutto il mondo con la salute del nostro ecosistema.

I cambiamenti climatici, i cambiamenti della natura causati dall’uomo e i crimini che interrompono la biodiversità, come la deforestazione, i cambiamenti nell’uso del suolo, l’intensificazione della produzione agricola e zootecnica o il crescente commercio illegale di animali selvatici, possono aumentare il contatto e la trasmissione di malattie infettive dagli animali a umani (malattie zoonotiche) come COVID-19.

Da una nuova malattia da infezione che emerge nell’uomo ogni 4 mesi, il 75% di queste malattie emergenti proviene da animali , secondo l’ambiente delle Nazioni Unite.

Ciò mostra le strette relazioni tra salute umana, animale e ambientale

Un impatto visibile e positivo, sia attraverso il miglioramento della qualità dell’aria o la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, è temporaneo, perché proviene da tragici rallentamenti economici e disagi umani.

Ricordiamo più che mai in questa Giornata internazionale della Madre Terra che abbiamo bisogno di passare a un’economia più sostenibile che funzioni sia per le persone che per il pianeta. Promuoviamo l’armonia con la natura e la Terra.

Ora tocca a noi, nei nostri paesi, nelle nostre città dobbiamo adoperarci anche nelle piccole cose per difendere il nostro pianeta.

Dalla crisi economica che seguirà l’emergenza da coronavirus per uscire dovremo ripensare il nostro rapporto futuro con il pianeta investendo sui nostri territori per prevenire le alluvioni e gli altri disastri che colpiscono il nostro Paese, per ripiantare gli alberi là dove servono, per risanare il suolo , l’aria e l’acqua dall’inquinamento che colpisce anche la nostra salute.

Dovremo fare più attenzione allo sviluppo sostenibile specialmente in agricoltura, mettendo al bando i tanti pesticidi che hanno distrutto i campi.

Come all’epoca del New Deal di Roosevelt molti posti di lavoro dovranno essere creati per iniziative a difesa del territorio e dell’ambiente, ma anche per le infrastrutture che la nostra Nazione potrà utilizzare per offrire economie esterne alle imprese.

Ci vuole un poco di lungimiranza da parte dei nostri governanti, che non tutti hanno.

COME FAR RIPARTIRE L’ ECONOMIA LOCALE

Mantova

La gravissima crisi economica mondiale che seguirà inevitabilmente alla pandemia colpirà il nostro Paese come e più degli altri a causa della cronica fragilità delle nostre strutture ma anche a causa del già elevatissimo debito pubblico.

Come avvenuto negli Stati Uniti in occasione della crisi del 1929 e in parte anche in Italia negli anni successivi la risposta corretta è quella di una maggiore presenza dello Stato nell’economia con importanti investimenti.

Fino a questo punto tutti i nostri politici sembrano essere d’accordo.

Il problema sorge su come fare e che ruolo possono avere gli enti locali.

Personalmente ritengo che, conoscendo i problemi del nostro Paese per ottenere dei risultati che possano avere un effetto duraturo sullo sviluppo sia necessario avere una visione del futuro investendo su tre elementi:
-Territorio: facendo opere per mettere in sicurezza una volta per tutte le nostre montagne, le colline, i corsi d’acqua, ecc. per evitare le alluvioni e altri disastri ricorrenti;
-Ambiente: risanando la nostra aria, l’acqua e il suolo dall’inquinamento;
-Infrastrutture: dotando la nazione delle opere ancora mancanti o completandole(TAV) e per mettere in sicurezza le tante esistenti (ponti ammalorati, scuole, ecc.), valorizzare monumenti, e beni culturali, ecc.

Anche i Comuni potranno fare molto per il paesaggio, per il verde urbano e per risanare gli immobili pubblici e privati inutilizzati da anni, spesso al centro delle nostre città per dare nuovi servizi alle comunità o per fini sociali.

A questo scopo serviranno anche interventi coraggiosi come ad esempio quello di acquisire al patrimonio comunale gli edifici privati abbandonati ai sensi dell’art. 42 della Costituzione secondo cui «La proprietà è pubblica o privata» e che la legge ne «determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti» poiché la tutela giuridica prevista per la proprietà privata è giustificata soltanto se si persegue una funzione sociale, venendo meno questa, sarebbe già venuto meno il diritto del privato; per cui le aree in questione potrebbero essere iscritte al patrimonio comunale senza possibilità di indennizzo per il privato in quanto questo è dovuto solo ai beni che hanno una tutela giuridica, mentre quelli abbandonati l’hanno persa[1].

Questa strada è stata già percorsa con esito positivo da alcuni Comuni[2] che avevano immobili abbandonati in pieno centro storico a rischio di crollo e da altri che avevano molte terre abbandonate e che volevano dare una possibilità di lavoro ai tanti disoccupati.

Servirà anche una visione più solidaristica nella gestione della cosa pubblica evitando di tutelare sempre le solite categorie.

Quando queste opere saranno state completate ne beneficeranno le nuove generazioni e potranno attrarre i turisti richiamati dalla ritrovata bellezza della natura dei luoghi e dallo splendore delle città.

[1]Se ne parla nel mio volume “Cittadini protagonisti in Comune per attuare la Costituzione” APS, Roma 2018

[2]Ad esempio quello di Napoli che in proposito ha adottato la deliberazione n. 253 in data 24 aprile 2014, quello di Caggiano (SA) con deliberazione n. 5 del 27 gennaio 2015 e quello di Terre Roveresche (PU) che ha adottato un apposito regolamento con deliberazione n. 59 del 15 settembre 2017

IL PARERE DELLA CORTE DEI CONTI SULLA MANOVRA TOCCA ANCHE GLI ENTI LOCALI

corteLa Corte dei conti è stata audita in merito alla manovra di bilancio che il Parlamento si appresta ad esaminare.

Nelle conclusioni del documento presentato si legge:

Con il disegno di legge di bilancio e il decreto-legge 119/2018 il Governo dà attuazione alla strategia preannunciata a fine settembre con la Nota di aggiornamento del DEF e delineata a metà di ottobre con il DPB. Una strategia che, pur prevedendo una riduzione del debito, opta, come si è osservato in precedenza, per una significativa deviazione dal percorso di miglioramento del saldo sia nominale che strutturale rispetto a quanto previsto nel DEF di aprile. Ciò con l’obiettivo di stimolare una maggiore crescita economica e un migliore quadro occupazionale, e di affrontare le principali aree di difficoltà che sono conseguenti alla crisi economica e, nella lettura del governo, ai provvedimenti assunti per arginarne gli effetti sui conti pubblici.

Continua a leggere “IL PARERE DELLA CORTE DEI CONTI SULLA MANOVRA TOCCA ANCHE GLI ENTI LOCALI”

DICHIARATO INCOSTITUZIONALE IL BLOCCO DELL’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE DEI COMUNI

Corte costituzionale xxxLa Corte Costituzionale con un proprio comunicato stampa ha dato notizia del dispositivo della sentenza n. 101/2018 con la quale è stato dichiarato incostituzionale il blocco dell’avanzo di amministrazione e del fondo pluriennale vincolato (FPV) degli enti territoriali a partire dal 2020.

La sentenza n. 101/2018 depositata oggi (relatore Aldo Carosi) contiene tre dichiarazioni di illegittimità costituzionale di altrettante disposizioni della legge di bilancio del 2017, la prima delle quali ha effetto nei confronti di tutti gli enti territoriali. Le altre due riguardano, rispettivamente, la spettanza allo Stato dei proventi delle sanzioni a carico degli enti locali delle Province autonome di Trento e di Bolzano e del Friuli Venezia Giulia nonché il mancato conguaglio IMU in favore del Friuli Venezia Giulia.

Con la sentenza viene dichiarato incostituzionale l’articolo 1, comma 466, della legge n. 232 del 2016 “nella parte in cui stabilisce che, a partire dal 2020, ai fini della determinazione dell’equilibrio del bilancio degli enti territoriali, le spese vincolate provenienti dai precedenti esercizi debbano trovare finanziamento nelle sole entrate di competenza”.

La stessa disposizione è stata dichiarata incostituzionale anche là dove “non prevede che l’inserimento dell’avanzo di amministrazione e del fondo pluriennale vincolato nei bilanci dei medesimi enti territoriali abbia effetti neutrali rispetto alla determinazione dell’equilibrio dell’esercizio di competenza”.

La Consulta aveva già dato un’interpretazione adeguatarice delle precedenti disposizioni della legge rinforzata in tema di avanzo di amministrazione e di FPV, interpretazione che comportava un regime di disponibilità di queste risorse economiche per gli enti territoriali titolari.

La norma sopravvenuta è entrata esplicitamente in contrasto con tale interpretazione, andando in tal modo a confliggere con gli artt. 81, 97 e 119 della Costituzione. La sentenza precisa che tale incostituzionalità non ha effetti negativi sugli equilibri della finanza pubblica allargata poiché i cespiti inerenti al FPV e all’avanzo di amministrazione, se legittimamente accertati, costituiscono fonti sicure di copertura di spese già programmate e avviate.

Al contrario, la preclusione a utilizzare le quote di avanzo di amministrazione disponibili e i fondi già destinati a spese pluriennali muterebbe la “sostanza costituzionale” del cosiddetto pareggio, configurandolo come “attivo strutturale inertizzato”, cioè inutilizzabile per le destinazioni già programmate e, in quanto tale, costituzionalmente non conforme agli articoli 81 e 97 della Costituzione. Infine, la Corte ha formulato un monito sulla qualità della legislazione finanziaria in materia: “Nell’ambito delle spese di natura pluriennale e, in particolare, degli investimenti – si legge nella sentenza -, il principio della copertura consiste nell’assoluto equilibrio tra risorse e spese, sia in fase previsionale che durante l’intero arco di realizzazione degli interventi. La sottrazione ex lege di parte delle risorse attuative di programmi già perfezionati negli esercizi precedenti finisce per ledere anche l’autonomia dell’ente territoriale che vi è sottoposto”. Rimane comunque necessaria una vigilanza sul corretto accertamento degli avanzi e della destinazione del fondo pluriennale vincolato. In particolare, tali risorse non possono essere confuse con le disponibilità di cassa momentanee. “I saldi attivi di cassa, infatti, non sono di per sé sintomatici di sana e virtuosa amministrazione, in quanto legati a una serie di variabili negative – tra le quali spicca la possibile esistenza di debiti sommersi – in grado di dissimulare la reale situazione economico-finanziaria dell’ente”.

La Corte ha poi dichiarato costituzionalmente illegittimo nei soli confronti delle Province autonome di Trento e di Bolzano e della Regione Friuli-Venezia Giulia il comma 475, lettere a) e b), dell’articolo 1 della legge n. 232 del 2016 nella parte in cui prevede che gli enti locali di tali autonomie territoriali “sono tenuti a versare l’importo della sanzione per il mancato conseguimento dell’equilibrio di bilancio alle casse dello Stato anziché a quelle delle Provincie autonome di appartenenza”. Infine, è stato dichiarato illegittimo, per violazione del giudicato costituzionale di cui alla sentenza n. 188 del 2016, l’articolo 1, comma 519, della medesima legge di bilancio. Il giudicato violato stabiliva che al Friuli-Venezia Giulia spettasse il conguaglio del gettito IMU risultante dal confronto tra gli accertamenti effettivi del triennio 2012-2015 e le somme accantonate preventivamente dallo Stato per tale periodo.

RIPARTITI TRA GLI ENTI LOCALI 900 MILIONI PE RINVESTIMENTI

ministero-finanzeIl Ministero dell’economia e delle finanze ha reso noto che agli enti locali sono stati assegnati, con un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, gli ‘spazi finanziari’ per il 2018, pari a complessivi 900 milioni di euro, dando attuazione a quello che viene definito ‘patto di solidarietà nazionale verticale’.

Con le risorse disponibili gli enti che hanno presentato domanda entro il 20 gennaio u.s. potranno realizzare investimenti destinati in gran parte ad interventi per l’edilizia scolastica, gli impianti sportivi, la ricostruzione e la messa in sicurezza dei territori.

Continua a leggere “RIPARTITI TRA GLI ENTI LOCALI 900 MILIONI PE RINVESTIMENTI”