Da alcuni anni è invalsa l’abitudine di alcuni parlamentari di inserire nei decreti legge presentati alle Camere per la conversione in legge degli emendamenti riguardanti materie che non hanno nulla a che fare con l’oggetto del provvedimento approfittando che i decreti legge beneficiano di un iter più rapido delle proposte di legge ordinarie.
Ancora una volta la Presidenza della Repubblica è stata costretta a richiamare le Camere sul problema della conversione i legge dei decreti legge adottati in via d’urgenza dal Governo.
Questa volta è toccato al Presidente Mattarella il quale con una lettera datata 11 settembre, pur avendo promulgato la legge di conversione, ha ritenuto di richiamare l’attenzione dei presidenti delle Camere ricordando che “La legge n. 400 del 1988, legge ordinaria di natura ordinamentale volta anche all’attuazione dell’articolo 77 della Costituzione, annovera tra i requisiti dei decreti legge l’omogeneità di contenuto. La Corte Costituzionale ha in più occasioni richiamato al rispetto di tale requisito. Da ultimo, nella sentenza n. 247 del 2019, la Corte ha osservato che “La legge di conversione è fonte funzionalizzata alla stabilizzazione di un provvedimento avente forza di legge ed è caratterizzata da un procedimento di approvazione peculiare e semplificato rispetto a quello ordinario. Essa non può quindi aprirsi a qualsiasi contenuto, come del resto prescrive, in particolare, l’art. 96-bis del regolamento della Camera dei deputati. A pena di essere utilizzate per scopi estranei a quelli che giustificano l’atto con forza di legge, le disposizioni introdotte in sede di conversione devono potersi collegare al contenuto già disciplinato dal decreto-legge, ovvero, in caso di provvedimenti governativi a contenuto plurimo, «alla ratio dominante del provvedimento originario considerato nel suo complesso» (sentenza n. 32 del 2014)”.
In particolare il Presidente Mattarella ha sottolineato come il decreto-legge 76/2020 intendesse corrispondere alla duplice esigenza di agevolare gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali, nonché di introdurre una serie di misure di semplificazione in materia di amministrazione digitale, responsabilità del personale delle amministrazioni, attività imprenditoriale, ambiente ed economia verde, al fine di fronteggiare le ricadute economiche conseguenti all’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il testo presentato, ha aggiunto il Presidente Mattarella , con le modifiche apportate in sede parlamentare, contiene tuttavia diverse disposizioni, tra cui segnatamente quelle contenute all’articolo 49, recante la modifica di quindici articoli del Codice della strada, che non risultano riconducibili alle predette finalità e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento.
Pertanto il Presidente Mattarella ha invitato il Governo a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti d’urgenza.
Infine il Presidente della Repubblica ha rappresento al Parlamento l’esigenza di operare in modo che l’attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale».