IL PRESIDENTE DELL’ANCI SOLLECITA PROVVEDIMENTI A FAVORE DEI COMUNI

Il sito web OpenAnci riferisce che il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha scritto al ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, per chiedere al governo l’avvio di un confronto su importanti questioni che riguardano il personale nei Comuni e nelle Città metropolitane. “In particolare – si legge nella  lettera – l’adozione delle disposizioni attuative del decreto Crescita” per “superare definitivamente la logica del turn over per le assunzioni” e per “il ripristino dello scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici e la proroga di quelle in scadenza il 30 settembre prossimo”.

http://www.anci.it/wp-content/uploads/Lettera-Ministro-Dadone-.pdf

Per Decaro è altrettanto urgente per l’anno 2019 “l’aggiornamento dei criteri per la sperimentazione del fondo per il salario accessorio del personale delle Città metropolitane”. Da qui la richiesta di incontro, correlata da alcune proposte sul tema personale formulate da Anci, che saranno oggetto dell’incontro.

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CODICE DEI CONTRATTI: CHIUSA LA CONSULTAZIONE PER IL REGOLAMENTO. COSA SUCCEDERA’ CON IL NUOVO MINISTRO ?

Dal 15 luglio al 2 settembre è stata aperta sul sito istituzionale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la consultazione pubblica sulla stesura del Regolamento di attuazione del Codice dei contratti pubblici.  

Come è noto, dalla precedente consultazione pubblica sul Codice dei contratti pubblici, avviata dal Mit lo scorso anno, è emersa una precisa presa di posizione degli stakeholder e degli operatori istituzionali per la sostanziale abrogazione della soft law e delle linee guida Anac, rilevando come questa esperienza non abbia sortito alcuno degli effetti prefissati dalla riforma, determinando più di un’incertezza e instabilità del quadro normativo.

In adesione al risultato della consultazione, il decreto Sblocca Cantieri ha previsto l’adozione di un Regolamento recante disposizioni di esecuzione, attuazione e integrazione del codice in materia di: a) nomina, ruolo e compiti del responsabile del procedimento; b) progettazione di lavori, servizi e forniture, e verifica del progetto; c) sistema di qualificazione e requisiti degli esecutori di lavori e dei contraenti generali; d) procedure di affidamento e realizzazione dei contratti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie comunitarie; e) direzione dei lavori e dell’esecuzione; f) esecuzione dei contratti di lavori, servizi e forniture, contabilità, sospensioni e penali; g) collaudo e verifica di conformità; h) affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria e relativi requisiti degli operatori economici; i) lavori riguardanti i beni culturali.

Anche in questa fase tecnica di stesura del Regolamento, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ritiene fondamentale garantire la massima partecipazione di tutti gli attori interessati, ognuno con le sue specificità (istituzioni, associazioni di categoria e operatori del settore), e dar vita ad una scelta il più possibile condivisa nell’ambito delle sue policy: per questo viene avviata da oggi la consultazione pubblica on line sui temi di maggiore interesse per la stesura del Regolamento.

I risultati della consultazione saranno utile elemento di valutazione per l’attività del Gruppo di lavoro, coordinato dall’Ufficio legislativo del Ministero, nella stesura di questo importante documento di attuazione del Codice dei contratti pubblici.

Nel frattempo è arrivato un nuovo Ministro, sarà interessante conoscere la sua posizione sul Codice dei contratti che era stto approvato dal suo partito.  

CHIARIMENTI DEL PRESIDENTE DELL’ANAC SULLA PUBBLICAZIONE DEI CONTRATTI DI ACQUISTO DI BENI E SERVIZI DI IMPORTO SUPERIORE AD 1 MLIONE DI EURO

A seguito della formulazione all’ANAC di diversi quesiti, da ultimo da parte di Consip  S.p.A., in ordine alla vigenza dell’obbligo di pubblicazione del testo  integrale dei contratti di acquisto di beni e servizi di importo unitario  superiore a 1 milione di euro in esecuzione del Programma biennale e dei suoi  aggiornamenti, il Presidente dell’Autorità ha ritenuto di fornire i seguenti chiarimenti.
L’ obbligo  di pubblicazione era stato introdotto dal comma 5051,  art. 1, legge di stabilità 20162,  norma avente carattere  speciale, che è stata abrogata dalla lett. ss-bis), comma 1, art. 217, decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50  (Codice dei contratti pubblici),  inserita dall’art. 129, co. 1, lett. n), decreto legislativo 19 aprile 2017, n.  56 (Disposizioni integrative e correttive  al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50).
In  proposito, il Consiglio, nell’adunanza del 23 luglio 2019, ha constatato che,  in mancanza di una corrispondente previsione nella disciplina sulla trasparenza  dei contratti pubblici (art. 29 del d.lgs. 50/2016, come modificato dal d.l. 32/2019) e nel d.lgs.  33/2013, come modificato dal d.lgs. 97/2016, l’obbligo di pubblicazione in questione  è venuto meno. 
Di conseguenza, si devono ritenere  superati gli allegati nn. 1 alle delibere dell’Autorità nn. 1310/20164 e 1134/20175 nella  parte in cui recano le modalità attuative dell’abrogato precetto normativo.

In ogni caso, l’Autorità ritiene  che, in un’ottica di rafforzamento della trasparenza, le amministrazioni  aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori possano valutare di pubblicare nella  sezione “Amministrazione trasparente” i testi integrali dei contratti in  esecuzione della programmazione biennale, e relativi aggiornamenti, come “dati ulteriori”  rispetto a quelli obbligatori, procedendo, ai sensi dell’art. 7-bis, co. 3, del d.lgs. 33/2013, a oscurare  i dati personali presenti.

LA SEZIONE AUTONOMIE DELLA CORTE DEI CONTI HA ANALIZZATO IL SISTEMA DEI CONTROLLI DEI COMUNI

La Sezione Autonomie della Corte dei conti con delibera n.23/2019 ha approvato la relazione con vengono riferiti i risultati dell’analisi del sistema dei controlli interni dei Comuni.

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Tra le molte insufficienze rilevate risulta insufficiente il ricorso a indicatori di soddisfazione degli utenti e di deficitarietà.

Il controllo di qualità è quello più inerente a condizioni di avanzato sviluppo civico, in cui alle prestazioni atte a soddisfare i bisogni si rapporta il gradimento dell’utenza anche in relazione a quanto indicato nelle Carte dei servizi. La qualità è un profilo bifronte, in cui agli aspetti oggettivi, che riguardano le caratteristiche della prestazione, si accompagnano profili soggettivi, afferenti al gradimento dell’utenza. Tuttavia, solo un quarto degli enti ha effettuato analisi sulla qualità effettiva dei servizi, sulla coerenza delle risposte degli utenti alle domande e sull’attitudine dell’Ente a ridurre i disagi nei casi di disservizi.

Benché questo controllo sia meno diffuso, gli indicatori applicati risultano adeguati e aderenti. Gli standard configurati nella Carta dei sevizi si rinvengono nei casi, non numerosi, di corretta programmazione degli standard di qualità. Gli enti che hanno attivato questo controllo lo rivolgono solamente ad alcuni servizi e le rilevazioni sulla soddisfazione degli utenti afferiscono ad una quota ben superiore alla metà dei casi. L’abitudine di numerosi enti a prorogare oltre l’anno la scadenza, già tutt’altro che ravvicinata, delle verifiche di gradimento, può essere considerata un aspetto critico.

UN COMUNICATO DEL VIMINALE SUI CONTRIBUTI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI PUBBLICI

L’ANCI comunica che con decreto del Ministero dell’interno, in corso di registrazione, in applicazione alle disposizioni contenute all’articolo 1, comma 140 e seguenti, legge 30 dicembre 2018 n. 145, è stato approvato il modello di certificazione informatizzato, da utilizzare da parte dei comuni ai fini della richiesta dei contributi di cui all’articolo 1, comma 853, della 27 dicembre 2017 legge n. 205, per interventi riferiti a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio.

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LA SPESA PER IL PERSONALE DEGLI ENTI TERRITORIALI RELAZIONE 2019

La Sezione delle autonomie della Corte dei conti con delibera n. 21 dl 22 luglio ha approvato la relazione sulla spesa per il personale degli enti territoriali relativa all’anno 2018.

secondo la Corte gli interventi normativi degli ultimi anni relativi alla spesa di personale, in considerazione del suo carattere strutturale, sono andati nella direzione del contenimento; cionondimeno, le disposizioni della l. n. 56/2019, sono maggiormente orientate a migliorare l’efficienza dell’organizzazione e dell’azione amministrativa, con conseguente ridimensionamento delle misure di rigore. Resta ferma l’esigenza di costante monitoraggio, anche da parte della Corte dei conti, anche se nella presente relazione – focalizzata sul triennio 2015-2017 – non è possibile cogliere gli effetti delle norme più recenti. Il percorso, avviato con l’allentamento dei vincoli assunzionali (art. 22, d.l. n. 50/2017) e l’ampliamento dell’autonomia discrezionale degli enti territoriali nell’individuazione degli ambiti prioritari di intervento, è esitato nella flessibilità del turn over e nell’accelerazione della capacità di reclutamento degli enti, intesa a favorire il ricambio generazionale; facoltà, queste, controbilanciate dall’obbligo di applicazione rigorosa delle regole dell’armonizzazione contabile e dei saldi di finanza pubblica di cui all’art. 9 della l. n. 243/2012, nonché dalla configurazione di un sistema fondato sulla sostenibilità della spesa (art. 33, d.l. n. 34/2019). Riveste, quindi, primaria importanza il ruolo dell’Organo di revisione, tenuto ad asseverare la sostenibilità finanziaria dei nuovi reclutamenti, sulla base delle risultanze del prospetto di verifica degli equilibri allegato al bilancio di previsione (par. 1.3). Una misura di perdurante vigenza è quella del tetto retributivo dei dipendenti pubblici e degli organi delle società partecipate, attualmente ridefinito dall’art. 13, d.l. n. 66/2014. Sempre nell’ottica di favorire il ricambio generazionale, prosegue il percorso già avviato verso l’obbligatorietà della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro al raggiungimento dei requisiti per la pensione e la contestuale soppressione dei trattenimenti in servizio (sul punto v. sentt. cost. nn. 133/2016 e 131/2018 che hanno confermato la legittimità dell’art. 1, d.l. n. 90/2014) (par. 1.3.2). Dopo il riavvio della contrattazione collettiva nazionale, avvenuto nel 2018, il personale del comparto è soggetto alla nuova disciplina del trattamento economico accessorio e della contrattazione integrativa (par. 1.3.5). Il presente referto analizza l’andamento della consistenza numerica e della spesa per il personale delle Regioni a statuto ordinario e speciale, comprese le Province autonome, e degli enti locali (Province, Città metropolitane e Comuni), enti compresi nel comparto di contrattazione Funzioni locali. Nel periodo considerato, il triennio 2015-2017, la fonte di informazione è costituita, in prevalenza, dal Sistema informativo conoscitivo del personale dipendente delle pubbliche amministrazioni (SICO), che la Ragioneria generale dello Stato gestisce ai fini della compilazione del conto annuale del personale La spesa per il personale degli enti territoriali 2 previsto dall’art. 60, d.lgs. n. 165/2001; obbligo esteso a tutte le amministrazioni pubbliche incluse nell’elenco annuale emanato dall’ISTAT, per effetto dell’art. 2, co. 10, d.l. n. 101/2013 (par. 1.6). L’esame è limitato al personale dipendente dai predetti enti territoriali e non tiene conto di quello in servizio presso i rispettivi organismi partecipati, diversi da quelli presenti nel conto annuale, ferma restando la disponibilità delle informazioni concernenti il costo annuo del personale nella banca dati delle partecipazioni gestita dal MEF – Dipartimento del tesoro (art. 17, d.l. n. 90/2014) (par. 1.1). Dalla rilevazione SICO emerge che il settore degli enti territoriali (Regioni e Province autonome, Province, Città metropolitane e Comuni) occupa circa 483.000 unità suddivise tra personale dirigente, segretari comunali/provinciali e direttori generali e personale con qualifica non dirigenziale. Nell’ambito del personale non dirigente, si distinguono le “Categorie” (in prevalenza personale a tempo indeterminato, oltre a contrattisti e collaboratori a tempo determinato assunti a supporto delle cariche politiche) dalla voce “Altro” (identificativa dei contratti di lavoro flessibile, tra cui lavoro a tempo determinato, contratti di formazione lavoro, lavoro interinale e LSU). Si evidenzia una distribuzione non uniforme del personale sul territorio nazionale, con punte di maggiore concentrazione in alcune Regioni del Sud e nella Regione siciliana, non pienamente giustificabile con la maggiore ampiezza di funzioni assegnate alle RSS. Tale circostanza si riflette anche sul rapporto di incidenza tra dipendenti e dirigenti che, in taluni casi, appare migliorato per effetto del trasferimento alle Regioni del personale provinciale mentre, in altri, il più favorevole rapporto rispetto alla media si registra in aree nelle quali il rapporto tra popolazione e dipendenti è molto elevato e non può essere considerato in sé indicativo di un’ottimale organizzazione del lavoro. La spesa totale nel 2017, ripartita per tipologia di ente territoriale e per qualifica del personale dipendente, complessivamente, ammonta a circa 13,98 miliardi di euro (di cui 2,75 miliardi per le Regioni, 904 milioni per le Province e le Città metropolitane, 10,32 miliardi per i Comuni). La spesa media per un dipendente regionale ammonta a circa 34 mila euro, a fronte di 27 mila euro relativi al dipendente comunale e di 28 mila euro per il dipendente provinciale. La spesa media per il personale dirigente e delle altre posizioni apicali è di circa 94 mila nelle Regioni, 84 mila nei Comuni e 103 mila nelle Province (in crescita rispetto alla precedente relazione, ove le stesse qualifiche nel 2016 percepivano importi per 88 mila, 82 mila e 97 mila). La spesa media è un indicatore significativo dell’evoluzione delle retribuzioni in relazione alla numerosità dei dipendenti. In assenza di miglioramenti contrattuali, essa dovrebbe rimanere stabile nel tempo, mentre è da attenzionare l’incremento della spesa media associato alla diminuzione delle unità annue, rivelatore dell’incompleto conseguimento di economie di spesa conseguenti alla riduzione del personale in servizio. La spesa per il personale degli enti territoriali 3 La contrazione della spesa netta in misura meno che proporzionale alla riduzione della consistenza media – con conseguente aumento della spesa media – è una tendenza evidente in tutte le posizioni apicali del comparto, mentre è tendenzialmente stabile la spesa media del personale non dirigente. Emerge, inoltre, una tendenza generalizzata all’incremento della spesa per retribuzione di risultato.

PUBBLICATO L’AGGIORNAMENTO DELLE LINEE GUIDA DELL’ANAC N.15

Prosegue senza soste l’attività dell’ANAC: sulla G.U. 182 del 5 agosto sono state pubblicate le nuove Linee Guida n. 15 recanti «Individuazione e gestione dei conflitti di interesse nelle procedure di affidamento di contratti pubblici».

Fai clic per accedere a del.494.2019.LineeGuida.n.15Linee%20guida.pdf