LE CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE VISCO

Ieri 29 maggio si è tenuta, come di consueto, l’Assemblea annuale della Banca d’Italia, in occasione della quale il Governatore Visco ha letto la sua Relazione seguita da un pubblico, limitato numericamente, a causa dell’epidemia, ma di elevata qualità.
Riporto qui le conclusioni del Governatore Visco:

“Stiamo attraversando la più grande crisi sanitaria ed economica della storia recente. Da noi, come in molti altri paesi, medici e infermieri hanno dovuto sostenere una pressione senza precedenti. Grazie al loro impegno, prestato in condizioni difficilissime, si sono scongiurate conseguenze ancora peggiori. Ai molti che in questo sforzo sono stati colpiti, alle vittime tutte di questa tragedia, ai loro familiari va il nostro primo pensiero.
La risposta delle politiche economiche, in Italia come nel resto del mondo, ha anzitutto mirato a governare l’emergenza sanitaria e a contenere la diffusione del virus anche con drastici provvedimenti di chiusura. Interventi di bilancio di dimensioni straordinarie hanno portato sollievo a famiglie e imprese colpite nel lavoro, nella produzione, nel reddito. Se non frenata da tali misure, e da quelle, pure ingenti e tempestive, di politica monetaria, una crisi così profonda avrebbe avuto ripercussioni ancora più dolorose sul tessuto produttivo e sulla società tutta. Ma come il “distanziamento sociale” appiattisce la curva dei contagi senza eliminare il virus, così le misure di sostegno contribuiscono a diluire nel tempo e ad attutire le conseguenze della crisi senza eliminarne le cause.
L’incertezza oggi è forte; riguarda non solo l’evoluzione della pandemia ma anche gli effetti sui nostri comportamenti, sulle abitudini di consumo, sulle decisioni di risparmio. Ci si chiede quali nuovi bisogni si affermeranno e quali consuetudini saranno definitivamente superate. E ci si interroga sulle possibili conseguenze, oltre il breve periodo, per l’organizzazione della società e dell’attività produttiva.
Nei prossimi mesi il recupero della domanda avverrà con lentezza. Bisognerà evitare comportamenti imprudenti e mantenere alta l’attenzione per evitare che tornino a salire le probabilità di contagio. Il sistema produttivo dovrà garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e far fronte a cambiamenti nelle catene globali del valore; l’offerta sarà riqualificata per soddisfare le mutate esigenze della clientela; saranno rivisti i programmi di investimento. Durante questa transizione potrà ridursi l’occupazione e potranno protrarsi le situazioni di sospensione dal lavoro; ne saranno frenati i consumi, che risentiranno anche del possibile aumento del risparmio precauzionale dovuto ai timori sulle prospettive, non solo economiche. Potrà crescere il disagio sociale; le misure di bilancio mirano a contenerlo.
Con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso.
Se intuiamo, in modo impreciso, e contrastiamo, con forza, la gravità delle conseguenze sociali ed economiche nel breve periodo, per quelle a più lungo termine possiamo solo riconoscere di “sapere di non sapere”. È molto difficile prefigurare quali saranno i nuovi “equilibri” o la nuova “normalità” che si andranno determinando, posto che sia possibile parlare di equilibri e normalità. Per affrontare tanta incertezza è però cruciale, oggi ancora più di prima, che siano rapidamente colmati i ritardi e superati i vincoli già identificati da tempo. Oggi più di prima, perché una cosa è sicura: finita la pandemia avremo livelli di debito pubblico e privato molto più alti e un aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica. Solo consolidando le basi da cui ripartire sarà possibile superare con successo le sfide che dovremo affrontare.
Lo sconvolgimento causato dalla pandemia ha natura diversa da quello di una guerra mondiale ed è arduo confrontarne gli effetti. Possiamo partire però da un pensiero maturato proprio immaginando come si sarebbe potuto gestire una grande guerra. Ottant’anni fa John Maynard Keynes scriveva: “… la migliore garanzia di una conclusione rapida è un piano che consenta di resistere a lungo … un piano concepito in uno spirito di giustizia sociale, un piano che utilizzi un periodo di sacrifici generali” – verrebbe da dire, come quelli di questi nostri giorni – “non come giustificazione per rinviare riforme desiderabili, ma come un’occasione per procedere più avanti di quanto si sia fatto finora verso una riduzione delle disuguaglianze”.
Sarà essenziale mettere bene a frutto le risorse mobilitate per superare le difficoltà più gravi, predisporre, da subito, le condizioni per il recupero di quanto si è perso, usare bene il progresso tecnologico per tornare a uno sviluppo più equilibrato e sostenibile, che generi occupazione e consenta anche di ridurre, con la necessaria gradualità ma senza timori, il peso del debito pubblico sull’economia.
Ricordiamo i punti di forza della nostra economia. Nonostante i ritardi e le difficoltà, in particolare sul piano territoriale, negli ultimi mesi le infrastrutture
di rete hanno tenuto, consentendo a centinaia di migliaia di lavoratori di continuare a operare da remoto; il settore manifatturiero è flessibile e, dopo la crisi dei debiti sovrani, ha rapidamente recuperato competitività, portando in avanzo la bilancia dei pagamenti; il debito netto con l’estero è pressoché nullo; la ricchezza reale e finanziaria delle famiglie è in complesso elevata e il loro debito è tra i più bassi nei paesi avanzati; quello delle imprese è inferiore alla media europea; il sistema finanziario, rafforzato nonostante la doppia recessione, è in condizioni decisamente migliori di quelle in cui si trovava alla
vigilia della crisi finanziaria globale.
Vi sono però investimenti dai quali non possiamo prescindere, in particolare quelli rivolti all’innovazione nelle attività produttive e al miglioramento dell’ambiente, investimenti che vanno sempre più tra loro integrati. Un contesto favorevole all’attività d’impresa richiede interventi risoluti, rapidi e ad ampio spettro per innalzare in modo sostanziale la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici. E va ribadita, se possibile oggi ancora di più, l’importanza di quelli volti ad accrescere i livelli di cultura e di conoscenza, dalla scuola all’università così come nella ricerca. Un ambiente economico rinnovato potrà dare frutti se tutti i protagonisti che lo animano − le imprese e le famiglie, chi studia e chi lavora, gli intermediari finanziari e i risparmiatori − sapranno assumere la piena responsabilità del proprio ruolo. Ma non si tratta solo di economia. Se le trasformazioni che l’economia, la società, la politica, la cultura subiranno sono incerte, vi saranno certamente interazioni e reciproche influenze. Bisognerà riconoscere e essere aperti a molteplici punti di vista, interessi, esigenze; servirà un confronto ordinato e un dialogo costruttivo tra chi ha competenze diverse, così come tra coloro che hanno responsabilità distinte ma non per questo tra loro indipendenti e distanti.
Serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile; possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo “contratto sociale”, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo.
Un nuovo rapporto è indispensabile anche in Europa. Ogni paese deve utilizzare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni europee con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto, in maniera efficiente. I fondi europei non potranno mai essere “gratuiti”: il debito europeo è debito di tutti e l’Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell’Unione. Ma un’azione comune, forte e coordinata potrà proteggere e contribuire a rilanciare la capacità produttiva e l’occupazione in tutta l’economia europea.
L’importanza della recente proposta della Commissione non sta nella sostituzione di un prestito con un trasferimento, ma nell’assunzione collettiva di responsabilità per il finanziamento della ripresa: sarebbe il primo passo verso un’unione di bilancio e il completamento del disegno europeo.
Abbracciare con convinzione questa idea, per disegnarla compiutamente e pianificarne l’attuazione, è una necessità non derogabile. Un impegno unitario è nell’interesse di tutti: le drammatiche circostanze di oggi rafforzano le ragioni dello stare insieme, spingono a perseguire un progetto che mobiliti risorse a sostegno di una crescita inclusiva e sostenibile.
Oggi da più parti si dice: “insieme ce la faremo”. Lo diciamo anche noi: ma purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Ce la faremo con scelte mature, consapevoli, guardando lontano. Ce la faremo partendo dai punti di forza di cui qualche volta ci scordiamo; affrontando finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere. Molti hanno perso la vita, molti piangono i loro cari, molti temono per il proprio lavoro. Nessuno deve perdere la speranza”.

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2020/cf_2019.pdf

DALL’UNIONE EUROPEA 279 MILIONI ALL’ITALIA PER I DANNI DEL MALTEMPO


Aiuti del Fondo di solidarietà dell’UE per aiutare a riparare i danni a seguito di inondazioni e tempeste

La maggior parte degli aiuti, 211,7 milioni di euro, arriverà all’Italia

Prima decisione del Fondo di solidarietà dell’UE nel 2020

Giovedì, la commissione bilanci ha approvato 279 milioni di euro in aiuti UE a seguito degli eventi meteorologici estremi avvenuti in Austria, Italia, Portogallo e Spagna nel 2019.

Il progetto di relazione redatto da José Manuel Fernandes, (PPE, PT), in cui si raccomanda l’approvazione degli aiuti, è stato approvato con 38 voti favorevoli, nessun contrario e nessuna astensione.

I 279 milioni di euro del Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE) saranno ripartiti come segue:
– 211,7 milioni di euro per la maggior parte del territorio italiano colpito, tra ottobre e novembre 2019, da una serie di eventi meteorologici estremi collegati, che hanno provocato gravi danni e sono culminati nella disastrosa alluvione di Venezia;
– 8,2 milioni di euro per l’uragano Lorenzo che ha colpito le Azzorre (Portogallo) nell’ottobre 2019;
– 56,7 milioni di euro per un raro fenomeno meteorologico descritto come “depressione isolata ad alta quota” che ha colpito quattro regioni del sud-est della Spagna nel settembre 2019 provocando inondazioni;
– 2,3 milioni di euro per le gravi inondazioni subite a novembre 2019 nel sud-ovest dell’Austria, in particolare in Carinzia e nel Tirolo orientale, aree alpine entrambe confinanti con l’Italia.

Per maggiori informazioni: la proposta della Commissione e il progetto di relazione del PE

LE NUOVE DISPOSIZIONE PER L’ANTICIPAZIONE DEL PREZZO SUL VALORE DEL CONTRATTO DA CORRISPONDERE ALL’APPALTATORE ALL’INIZIO DEL LAVORI

Con l’art. 207 del decreto legge 34/2020 per il rilancio dell’economia è stata introdotta una norma per la liquidità delle imprese appaltatrici che modifica il Codice dei contratti prevedendo un aumento della percentuale dell’ anticipazione e modifica le condizioni.

In relazione alle procedure disciplinate dal decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, i cui bandi o avvisi, con i quali si indice una gara, sono già stati pubblicati alla data di entrata in vigore decreto 34/2020, nonché, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o avvisi, alle procedure in cui, alla medesima data, siano già stati inviati gli inviti a presentare le offerte o i preventivi, ma non siano scaduti i relativi termini, e in ogni caso per le procedure disciplinate dal medesimo decreto legislativo avviate a decorrere dalla data di entrata in vigore del DL 34/2020 e fino alla data del 30 giugno 2021, l’importo dell’anticipazione prevista dall’articolo 35, comma 18, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, può essere incrementato fino al 30 per cento, nei limiti e compatibilmente con le risorse annuali stanziate per ogni singolo intervento a disposizione della stazione appaltante.

Fuori dei casi previsti dal comma 1, l’anticipazione di cui al medesimo comma può essere riconosciuta, per un importo non superiore complessivamente al 30 per cento del prezzo e comunque nei limiti e compatibilmente con le risorse annuali stanziate per ogni singolo intervento a disposizione della stazione appaltante, anche in favore degli appaltatori che hanno già usufruito di un’anticipazione contrattualmente prevista ovvero che abbiano già dato inizio alla prestazione senza aver usufruito di anticipazione. Ai fini del riconoscimento dell’eventuale anticipazione, si applicano le previsioni di cui al secondo, al terzo, al quarto e al quinto periodo dell’articolo 35, comma 18 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e la determinazione dell’importo massimo attribuibile viene effettuata dalla stazione appaltante tenendo conto delle eventuali somme gia’ versate a tale titolo all’appaltatore.

LA GIORNATA DELLA LEGALITA’ AI TEMPI DELL’EPIDEMIA

Se andate a cercare il termine legalità nella nostra Costituzione non troverete una formulazione espressa di questo principio, anche se la giurisprudenza costituzionale lo ha ritenuto un principio generale dell’ordinamento, ancorché non costituzionalizzato.

Il principio di legalità amministrativa, posto alle basi della nostra democrazia stabilisce che la Pubblica Amministrazione trova nella legge i fini della propria azione e i poteri giuridici che può esercitare e non può esercitare alcun potere al di fuori di quelli che la legge le attribuisce.

Il principio di legalità della pubblica amministrazione non conosce tempi né scadenze per cui anche durante questo periodo in cui i nostri diritti fondamentali subiscono delle limitazioni non è pensabile che altri, approfittando di ciò possano scegliere di aggirare le norme a favore loro o di altri.

Lo stato di eccezione può essere tale solo fino a che la situazione extra-giuridica di esiziale gravità sussista e, dunque, la correlata normativa non può che essere temporalmente limitata al perdurare della situazione di fatto e non può consolidare compressioni definitive di alcun diritto 1 che possono prestarsi ad abusi, ad illegalità e persino ad atti illeciti. 

Sin dall’inizio dell’epidemia il Ministero dell’Interno ha provveduto a definire strategie di intervento per contrastare attività illecite e condotte criminose e per prevenire e impedire che nuove forme di criminalità, connesse alla ripresa economica, possano inserirsi nel circuito delle risorse pubbliche.

Le linee di azione sono state definite sulla base di un’attenta analisi del contesto socio-economico dove forme di criminalità organizzata e non, già fortemente radicate sul territorio, sono pronte a riconvertire le proprie attività in nuove forme di investimento per appropriarsi di fondi pubblici.

Molta attenzione è stata posta per innalzare al massimo il livello di attenzione, anche per la presenza di norme derogatorie connesse allo stato di emergenza sanitaria.

E’ stato incaricato l’Ispettorato territoriale del lavoro, con la collaborazione dei Carabinieri del NIL, di controllare la sicurezza dei luoghi di lavoro e i livelli di protezione dei lavoratori dalla diffusione del virus Covid-19 nelle aziende legittimate a operare.

Molte e insistenti sono state le spinte per abolire il Codice dei contratti tutte regolarmente respinte al mittente dal Ministro delle infrastrutture De Micheli la quale, parlando a Genova il 22 maggio ha annunciato che pur essendo allo studio delle misure per snellire le procedure queste non riguarderanno il Codice dei contratti e che le deroghe previste per la ricostruzione del ponte data la loro eccezionalità non saranno concesse per altri casi.

Anche su indicazione del Presidente ff. dell’ANAC Merloni sarà possibile una proroga al 31 dicembre dello stato di emergenza e con esso delle procedure di accelerazione già previste dal Codice degli appalti.

Sempre Merloni ha sollecitato invece la digitalizzazione e la riduzione del numero delle stazioni appaltanti, che permetterebbe di gestire le gare e fare le verifiche degli operatori economici in tempi veloci, e controlli successivi a campione per garantire legalità e trasparenza. “Questo sarebbe un presidio vero contro i rischi di irregolarità e infiltrazioni – ha spiegato il numero uno dell’Autorità anticorruzione – l’investimento per 100 stazioni appaltanti non costerebbe più di 600 milioni di euro. Sarebbe una riforma strutturale che va al sodo del problema di evitare il collo di bottiglia della pubblica amministrazione”.

Senza dubbio le parole di Merloni vengono da persona che conosce bene la situazione e che assistono frequentemente ai problemi in cui si trovano i Comuni di piccole e medie dimensioni alle prese con la gestione di gare più grandi di loro.

La qualificazione delle stazioni appaltanti e la loro conseguente riduzione non gradita da alcuni dovrebbe invece elevare il livello delle procedure con risultati positivi anche per quanto riguarda la legalità delle stesse.


  1. Tomaso Epidendio, Il diritto nello stato di eccezione ai tempi dell’epidemia da coronavirus, Giustizia Insieme, 2020

LE MISURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO CONTENUTE NEL D.L. 34/2020

Il Ministero per lo sviluppo economico ha pubblicato un interessante riassunto di tutte le misure contenute nel decreto Rilancio; in particolare sono stati stanziati 55 miliardi di euro di risorse per sostenere imprese, artigiani, commercianti, professionisti, lavoratori e famiglie nella nuova fase di ripresa economica e sociale del Paese.

In particolare, il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha lavorato a un pacchetto di misure che rappresenta uno dei pilastri del provvedimento e che mira a rispondere a molte esigenze delle imprese e dei lavoratori colpiti dalla crisi economica causata dal Covid-19.

L’obiettivo del Governo è quello di continuare, dopo il decreto Cura Italia e il decreto Liquidità, a supportare e rafforzare le attività produttive che hanno subito forti perdite di fatturato durante questa emergenza attraverso un quadro omogeneo di interventi, tra i quali:

FONDO PERDUTO, IRAP, RIDUZIONE BOLLETTE, PAGAMENTO DEBITI PA

12 miliardi per il pagamento dei debiti commerciali degli enti locali, delle Regioni e delle Province autonome nei confronti delle imprese;

6 miliardi per contributi a fondo perduto a favore di società e imprese individuali con ricavi fino a 5 milioni di euro, che saranno erogati dall’Agenzia delle Entrate e parametrati al calo del fatturato sul mese di aprile 2020 rispetto al corrispondente mese del 2019, superiore al 33%. Previsto un contributo minimo di 2000 euro per le società e di 1000 euro per l’impresa individuale (cumulabile col bonus INPS);

4 miliardi per cancellare definitivamente il saldo 2019 e l’acconto 2020 dell’Irap di giugno e luglio per tutte le imprese con fatturato annuo fino a 250 milioni di euro;

4 miliardi per finanziare ulteriormente il Fondo di Garanzia per le Pmi, che si aggiungono alle risorse già stanziate nei decreti Cura Italia e Liquidità per arrivare ad un ammontare complessivo di circa 7 miliardi;

600 milioni per ridurre nel 2020 i costi fissi delle bollette elettriche per le utenze non domestiche in bassa tensione.

ECONOBONUS E SISMABONUS AL 110%

Nel decreto Rilancio è stata inoltre inserita una norma fondamentale per il riavvio del settore strategico dell’edilizia: l’innalzamento al 110% delle detrazioni per le ristrutturazioni legate all’Ecobonus e al Sismabonus che amplia la platea dei possibili beneficiari degli interventi, garantendo una forte leva agli investimenti. Viene inoltre data la possibilità di cessione del credito anche a intermediari finanziari, in modo da favorire la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio in ottica ecosostenibile.

AFFITTI COMMERCIALI, TOSAP

Sugli affitti commerciali è riconosciuto il credito d’imposta per il 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione per i mesi di aprile, maggio e giugno. Oltre che in compensazione, il credito può essere anche ceduto al locatore o al concedente o ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari. Previsto anche l’esonero del pagamento di tasse e canoni per le occupazioni di suolo pubblico (Tosap-Cosap) dal 1 maggio fino al 31 ottobre 2020, in favore di bar ristoranti, discoteche e altri pubblici esercizi. Sono state inoltre introdotte semplificazioni burocratiche per il rilascio di nuovi concessioni di suolo pubblico o per l’ampliamento di quelle già concesse.

IMPRESA 4.0

Nel pacchetto imprese è stato prorogato al 31 dicembre 2020 il termine per la consegna dei beni strumentali oggetto del super ammortamento. Migliaia di imprese e professionisti potranno pertanto beneficiare dell’incentivo fiscale anche se non riusciranno a ricevere, a causa del lockdown, la consegna del bene entro il 30 giugno, così come previsto dalla normativa vigente prima della proroga disposta con il decreto Rilancio.

RICAPITALIZZAZIONE, START-UP, TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

A queste misure si aggiungono quelle relative a incentivi per favorire la ricapitalizzazione di imprese, con fatturato compreso tra i 5 e i 50 milioni di euro, attraverso lo schema ‘Pari Passu’ con fondi gestiti da Invitalia e Cdp; il rafforzamento dell’ecosistema delle start up innovative attraverso la liquidità garantita mediante il programma Smart&Start e risorse aggiuntive al Fondo per il Venture Capital; i finanziamenti del Fondo Innovazione dedicato al trasferimento tecnologico tra il mondo della ricerca e quello produttivo, nonché al Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, finalizzato a contrastare la delocalizzazione di aziende e tutelare i lavoratori; 100 milioni di euro per il rifinanziamento del fondo dedicati all’acquisto di veicoli a ridotte emissioni. E’ inoltre istituito presso il MiSE il “First Playable Fund” diretto al sostegno della produzione italiana di prodotti di intrattenimento digitale. Tramite questo fondo le imprese del settore dell’intrattenimento digitale potranno presentare i loro progetti di sviluppo a editori o investitori per ottenere finanziamenti necessari per la successiva produzione del prodotto finale e della sua distribuzione sul mercato internazionale. Sono stati inoltre stanziati 20 milioni di euro per la nascita di un polo specializzato di ricerca e sviluppo nel settore automotive da realizzare nell’area di crisi industriale complessa di Torino. Questo polo opererà come ente di ricerca indipendente per la realizzazione di linee pilota sperimentali su nuove forme di mobilità, compresa la mobilità elettrica, la guida autonoma e l’intelligenza artificiale.

LA RINEGOZIAZIONE DEI MUTUI DEGLI ENTI LOCALI

Il nuovo D.L. 34 in data 19 maggio 2020 pubblicato sul S.O. alla G.U. 128 del 19 maggio, in considerazione del’emergenza COVID-19, prevede all’art. 113 una semplificazione delle procedure per la rinegoziazione o sospensione quota capitale di mutui e altre forme di prestito contratto con banche, intermediari finanziari e la CDP degli enti locali, anche nel corso dell’esercizio provvisorio (ex art. 163 del d.lgs 267/2000).

Nel caso in cui un Comune ritenga di aderire agli accordi promossi dall’ABI e dalle associazioni degli enti locali che prevedono la sospensione delle quote capitale delle rate di ammortamento in scadenza nell’anno 2020 dei finanziamenti in essere, detta sospensione può avvenire anche in deroga all’art. 204 comma 2 del TUEL e all’art. 41 commi 2 e 2-bis della legge 448/2001, fermo restando il pagamento delle quote di interessi alle scadenze previste.

IL FONDO PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI

Il nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 maggio scorso prevede nel Titolo V una lunga serie di misure a favore dei Comuni , delle province e delle città metropolitane.

In primo luogo l’art. 106 istituisce un Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali:

Al fine di concorrere ad assicurare ai comuni, alle province e alle città metropolitane le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali, per l’anno 2020, anche in relazione alla possibile perdita di entrate connesse all’emergenza Covid-19, è istituito presso il Ministero dell’Interno un fondo con una dotazione di 3,5 miliardi di euro per il medesimo anno, di cui 3 miliardi di euro in favore dei comuni e 0,5 miliardi di euro in favore di province e città metropolitane. Con decreto del Ministero dell’interno, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, da adottare entro il 10 luglio 2020, previa intesa in Conferenza stato città ed autonomie locali, sono individuati criteri e modalità di riparto tra gli enti di ciascun comparto del fondo di cui al presente articolo sulla base degli effetti dell’emergenza COVID-19 sui fabbisogni di spesa e sulle minori entrate, al netto delle minori spese, e tenendo conto delle risorse assegnate a vario titolo dallo Stato a ristoro delle minori entrate e delle maggiori spese, valutati dal tavolo di cui al comma 2. Nelle more dell’adozione del decreto di cui al periodo precedente, entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge, una quota pari al 30 per cento della componente del fondo spettante a ciascun comparto è erogata a ciascuno degli enti ricadenti nel medesimo comparto, a titolo di acconto sulle somme spettanti, in proporzione alle entrate al 31 dicembre 2019 di cui al titolo I e alle tipologie 1 e 2 del titolo III, come risultanti dal SIOPE. A seguito della verifica a consuntivo della perdita di gettito e dell’andamento delle spese da effettuare entro il 30 giugno 2021, si provvede all’eventuale conseguente regolazione dei rapporti finanziari tra Comuni e tra Province e Città metropolitane, ovvero tra i due predetti comparti mediante apposite rimodulazione dell’importo.

Al fine di monitorare gli effetti dell’emergenza Covid-19 con riferimento alla tenuta delle entrate dei Comuni, delle province e delle città metropolitane, ivi incluse le entrate dei servizi pubblici locali, rispetto ai fabbisogni di spesa, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge, è istituito un tavolo tecnico presso il Ministero dell’economia e delle finanze, presieduto dal Ragioniere generale dello Stato o da un suo delegato, composto da due rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze, da due rappresentanti del Ministero dell’interno, da due rappresentanti dell’ANCI, di cui uno per le città metropolitane, da un rappresentante dell’UPI e dal Presidente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Il tavolo esamina le conseguenze connesse all’emergenza Covid-19 per l’espletamento delle funzioni fondamentali, con riferimento alla possibile perdita di gettito relativa alle entrate locali rispetto ai fabbisogni di spesa. Il tavolo si avvale, senza nuovi o maggiori oneri, del supporto tecnico della SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A.. Ai componenti del tavolo non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati.

Il Ragioniere generale dello Stato, per le finalità di cui ai commi 1 e 2, può attivare, anche con l’ausilio dei Servizi ispettivi di finanza pubblica, monitoraggi presso Comuni, Province e Città metropolitane, da individuarsi anche sulla base delle indicazioni fornite dal Tavolo tecnico, per verificare il concreto andamento degli equilibri di bilancio, ai fini dell’applicazione del decreto di cui al comma 1 e della quantificazione della perdita di gettito, dell’andamento delle spese e dell’eventuale conseguente regolazione dei rapporti finanziari tra Comuni, Province e Città metropolitane.

NELLA SEDUTA DEL PARLAMENTO EUROPEO DEL 15 MAGGIO E’ STATA CHIESTA L’ISTITUZIONE DI UN FONDO DI 2000 MILIARDI PER RAFFORZARE ANCHE IL NOSTRO SSN E L’ECONOMIA

Johan Van Overtveldt, presidente della commissione parlamentare Bilanci 

Il 15 maggio i deputati del Parlamento europeo hanno chiesto un fondo da 2mila miliardi che faccia parte del bilancio a lungo termine e che metta i cittadini europei al centro della ripresa

La pandemia del coronavirus sta mettendo alla prova l’UE come mai prima. Non solo i paesi membri stanno affrontando la perdita di moltissime vite umane, ma devono anche far fronte a una grave crisi economica. In vista del voto sulla revisione del bilancio della UE dopo il 2020 il Presidente della commissione parlamentare Bilanci Johan Van Overtveldt ha avvertito che la ripresa dell’UE sarà “lenta e graduale” e che la stima di una contrazione dell’economia del 7,5% per il 2020 è una “previsione mite”.

La risposta UE al coronavirus

“La vita economica non ha mai subito uno stop così improvviso, nemmeno in tempo di guerra,” ha detto il presidente Van Overtveldt in un’intervista in diretta sulla pagina Facebook del Parlamento europeo. Il deputato dei Conservatori e riformisti europei ha poi aggiunto: “Ci sono così tante incertezze: avremo una ricaduta? Ci sarà una seconda fase di confinamento? Come si comporteranno gli investitori e i consumatori?”

Fin dall’inizio l’UE ha mobilitato tutti gli strumenti a disposizione per aiutare gli stati membri a rafforzare i Sistemi sanitari nazionali  e mitigare l’impatto socio-economico della crisi. Il Parlamento europeo ha anche chiesto un massiccio pacchetto di investimenti per sostenere la ripresa dell’economia europea. “Il fondo per la ripresa deve essere consistente,” ha spiegato il presidente Van Overtveldt aggiungendo che il fondo “dovrebbe essere parte del prossimo QFP [Quadro finanziario pluriennale, cioè il bilancio a lungo termine dell’UE] per il periodo 2021-2027 e non una cosa a parte.”

Occorre un piano d’emergenza

Il presidente Van Overtveldt ha sottolineato l’importanza di un piando d’emergenza nel caso in cui non si riesca a raggiungere un accordo sul bilancio post 2020  prima di dicembre, mese in cui termina l’attuale bilancio a lungo termine. “Quando si arriva a giugno il tempo stringe per riuscire ad approvare e rendere operativo il QFP senza ritardi. Una discontinuità degli attuali programmi dell’UE avrebbe conseguenze negative per i cittadini e per la reputazione e la coerenza politica dell’UE.”

Il presidente della Commissione Bilanci  ha esortato le altre istituzioni europee a prendere atto della posizione del Parlamento europeo: “Bisogna ottenere il consenso del Parlamento e sicuramente adesso è meno certo rispetto a quello per il QFP uscente, quindi la Commissione e il Consiglio dovrebbero prendere nota di ciò che il Parlamento vuole ottenere.” Van Overtveldt ha poi detto che “nell’interesse dei cittadini il Parlamento assicurerà che il QFP e il fondo per la ripresa siano le migliori risposte possibili alla grave crisi che bisogna affrontare oggi e che avrà conseguenze per molti anni.”

MISURE URGENTI PER IL SOSTEGNO DEL LAVORO E DELL’ECONOMIA, NONCHE’ DI POLITICHE SOCIALI, COMMESSE ALL’EMERGENZA EPIDEMILOGICA

Ieri 13 maggio il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

La Presidenza del Consiglio in un lungo comunicato ha illustrato tutte le misure prese dal Governo.

Il decreto interviene in diversi ambiti, in modo trasversale, con l’intento di assicurare l’unitarietà, l’organicità, e la compiutezza delle misure volte alla tutela delle famiglie e dei lavoratori, alla salvaguardia e al sostegno delle imprese, degli artigiani e dei liberi professionisti, al consolidamento, snellimento e velocizzazione degli istituti di protezione e coesione sociale. 

Molte di queste misure interessano anche gli enti locali direttamente o indirettamente.

Di seguito le principali misure previste ad eccezione di quelle fiscali e quelle riguardanti la salute che sono illustrate nel mio blog : https://wordpress.com/block-editor/post/saluteugualepertuttis.org/992

Misure per gli enti territoriali

Al fine di concorrere ad assicurare ai comuni, alle province e alle città metropolitane le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali, per l’anno 2020, si istituisce un fondo presso il Ministero dell’interno con una dotazione di 3,5 miliardi di euro, da ripartire tra comuni, province e città metropolitane, entro il 10 luglio 2020 con decreto del Ministero dell’interno di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze sulla base della perdita di gettito e dei fabbisogni per le funzioni fondamentali. Al fine di assicurare una celere erogazione di risorse utili per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID-19, si prevede di erogare il 30 per cento del fondo a titolo di acconto in proporzione alle entrate al 31 dicembre 2019, come risultanti dal SIOPE.

Inoltre, si provvede al reintegro dei 400 milioni di euro del Fondo di solidarietà comunale utilizzati per l’emergenza alimentare e si anticipa l’erogazione del fondo sperimentale di riequilibrio per le province e le città metropolitane per l’anno 2020.

Infine, si istituisce nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze un fondo, con una dotazione di 12 miliardi di euro, destinato a concedere anticipazioni a regioni, province autonome ed enti locali, che si trovino in uno stato di carenza di liquidità, al fine di far fronte al pagamento dei propri debiti di carattere commerciale certi, liquidi ed esigibili.

Il fondo sarà articolato in due sezioni, una destinata ad assicurare la liquidità per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti locali e delle regioni e province autonome per debiti diversi da quelli finanziari e sanitari, l’altra per assicurare la liquidità a regioni e province autonome per il pagamento dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale.

La gestione delle due sezioni del Fondo è affidata alla Cassa depositi e prestiti, sulla base di una convenzione da stipulare tra il Ministero e la Cassa entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

Sostegno al turismo

Tax credit vacanze: per il 2020 è riconosciuto un credito alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000 euro, un credito, relativo al periodo d’imposta 2020, per i pagamenti legati alla fruizione dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive dagli agriturismi e dai bed&breakfast. Il credito, utilizzabile da un solo componente per ciascun nucleo familiare, è pari a 500 euro per ogni nucleo familiare con figlio a carico, a 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e a 150 euro per quelli composti da una sola persona;

Fondo turismo: per sostenere il settore turistico con operazioni di mercato, è istituito un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro il 2020, finalizzato alla sottoscrizione di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio e fondi di investimento, gestiti da società di gestione del risparmio, in funzione di acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive;

Promozione turistica in Italia: per favorire la ripresa dei flussi turistici in ambito nazionale, è istituito il “Fondo per la promozione del turismo in Italia”, con una dotazione di 30 milioni di euro per l’anno 2020;

Ulteriori misure di sostegno per il settore turistico: è istituito un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per il 2020 per la concessione di contributi in favore delle imprese turistico ricettive, delle aziende termali e degli stabilimenti balneari, come concorso nelle spese di sanificazione e di adeguamento conseguente alle misure di contenimento contro la diffusione del COVID-19.

Misure per l’istruzione e la cultura

Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali: è istituito un Fondo con una dotazione di 225 milioni di euro, destinato al sostegno delle librerie, dell’intera filiera dell’editoria, nonché dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.

Per assicurare il funzionamento dei musei e dei luoghi della cultura, tenuto conto delle mancate entrate causate dall’emergenza, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per il 2020.

GLI ADEMPIMENTI DEI COMUNI IN TEMA DI RICOGNIZIONE DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE

L’art. 24 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 s.m.i. (di seguito anche TUSP) prevede che le partecipazioni detenute, direttamente o indirettamente, dalle amministrazioni pubbliche in società non riconducibili ad alcuna delle categorie di cui all’articolo 4, ovvero che non soddisfano i requisiti di cui all’articolo 5, commi 1 e 2, o che ricadono in una delle ipotesi di cui all’articolo 20, comma 2, siano alienate o, in alternativa, oggetto delle altre misure di razionalizzazione indicate all’articolo 20, commi 1 e 2.

A tal fine, entro il 30 settembre 2017, ciascuna amministrazione pubblica ha dovuto effettuare la ricognizione di tutte le partecipazioni possedute alla data di entrata in vigore del decreto, procedendo, con provvedimento motivato, all’adozione di un piano di revisione straordinaria, che, per le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 611, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, costituisce aggiornamento del piano operativo di razionalizzazione adottato ai sensi del successivo comma 612.

Fermo quanto previsto dall’articolo 24, comma 1, TUSP, l’art. 20, comma 1 dello stesso d.lgs. n. 175/2016 prevede che le amministrazioni pubbliche sono tenute ad effettuare annualmente, con proprio provvedimento, un’analisi dell’assetto complessivo delle società in cui detengono partecipazioni, dirette o indirette, predisponendo, ove ricorrano i presupposti di cui al comma 2, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione.

Con riferimento ai termini di presentazione, a norma degli artt. 20, comma 3 e 26, comma 11, del T.U.S.P., la revisione periodica, secondo quanto evidenziato dalla Sezione delle autonomie nella deliberazione 21 dicembre 2018, n. 22/INPR, è adempimento da compiere entro il 31 dicembre di ogni anno, per la prima volta nel 2018 con riferimento alla situazione al 31 dicembre 2017.

L’esito della ricognizione, anche in caso negativo, va comunicato, con le modalità di cui all’articolo 17 del decreto-legge n. 90/2014 (convertito dalla legge n. 114/2014) e le informazioni vanno rese disponibili alla Sezione della Corte dei conti competente ai sensi dell’articolo 5, comma 4, al fine di verificare il puntuale adempimento degli obblighi prescritti.

L’art. 20, comma 7, dello stesso TUSP stabilisce che “la mancata adozione degli atti di cui ai commi da 1 a 4 da parte degli enti locali comporta la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da un minimo di euro 5.000 a un massimo di euro 500.000, salvo il danno eventualmente rilevato in sede di giudizio amministrativo contabile, comminata dalla competente sezione giurisdizionale regionale della Corte dei conti”.

Ciò posto, alla luce della chiara precettività delle disposizioni sopra richiamate, la Corte dei conti provvede ad accertare l’ eventuale inadempimento dei Comuni agli obblighi di revisione ordinaria delle partecipazioni detenute ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 175/2016 oltre che di comunicazione alla competente Sezione regionale di controllo.

Al riguardo la Corte ha avuto occasione di sottolineare “L’evoluzione caratterizzante il processo di razionalizzazione – che da meccanismo straordinario si trasforma in una verifica a carattere periodico e, quindi, a regime – dà dimostrazione della continuità dell’obiettivo legislativo di riordino del settore, tale da richiedere una riflessione costante degli enti in ordine alle decisioni di volta in volta adottate (mantenimento, con o senza interventi; cessione di quote/fusione/dismissione). Una ricaduta della richiamata progressività delle disposizioni è rappresentata dai meccanismi sanzionatori, più accentuati nella revisione periodica (art. 20, comma 7)”.

C’è da aggiungere che la ricognizione ordinaria, ex artt. 20, comma 3 e 26, comma 11, del TUSP è un adempimento periodico da assolvere entro il 31 dicembre di ogni anno, rinviando, per la ricognizione delle partecipazioni al 31/12/2018 (da effettuarsi entro il 31/12/2019), ai recenti “Indirizzi per gli adempimenti relativi alla Revisione e al Censimento delle partecipazioni pubbliche” resi dal Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento del tesoro, d’intesa con questa Corte, e pubblicati in data 21 novembre 2019.

Nel caso in cui ravvisi delle omissioni la Sezione di controllo della corte è tenuta, ai sensi dell’art. 20, comma 7, TUSP a trasmettere gli atti alla competente Procura contabile per le valutazioni di competenza.

Si veda in proposito la recente delibera della Sezione regionale di controllo per la regione Lazio n. 26 del 28 aprile 2020 riguardante proprio gli inadempimenti di un Comune della provincia di Frosinone in merito alle società partecipate.

La materia delle società partecipate è ampiamente trattata nel mio volume “Utopia di un Comune e come realizzarla” disponibile sia in formato cartaceo che in ebook qui:

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/304795/utopia-di-un-comune-2/